Papa Bonifacio II: differenze tra le versioni

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|titolo = 55º papa della Chiesa cattolica
|elezione = [[22 settembre]] [[530]]
|consacrazione = [[22 settembre]] [[530]]
|fine pontificato = [[17 ottobre]] [[532]]
|cardinali=[[:Categoria:Cardinali nominati da Bonifacio II|vedi categoria]]
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{{Bio
|Nome = Bonifacio II
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Bonifacio 02
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===Due papi===
Alla morte di Felice, Bonifacio si apprestò ad assumere l'incarico, ma 60 dei 70 [[Presbitero|presbiteri]] romani rifiutarono di riconoscerlo ed elessero un [[antipapa]], [[antipapa Dioscuro|Dioscuro]]. Essi temevano l'intromissione negli affari della chiesa del re ostrogoto [[Atalarico]], il cui nonno [[Teodorico il Grande]] aveva appoggiato l'elezione di Felice. Ambedue i papi furono consacrati il 22 settembre 530; Bonifacio nella ''[[Basilica di Santa Maria in Trastevere|Basilica Julii]]'', e Dioscuro in [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Laterano]]. La chiesa romana fu così coinvolta in un altro [[scisma]] papale. Fortunatamente, però, questo scisma durò solamente ventidue giorni: Dioscuro, infatti, morì il [[14 ottobre]] lasciando il solo Bonifacio quale legittimo papa.
 
===Unico successore di Pietro===
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===Aspetti salienti del regno di Bonifacio===
Il regno di Bonifacio fu caratterizzato dal suo attivo interesse sia negli affari della Chiesa occidentale che di quella orientale. All'inizio del suo pontificato, confermò gli atti del secondo [[Concilio di Orange]], uno dei più importanti del VI secolo, che conclusero efficacemente la controversia [[Semipelagianesimo|semipelagiana]]. Cesario di Arles, intimo amico di Bonifacio, che aveva presieduto il concilio inviò a quest'ultimo, prima della sua elezione, il presbitero Armenio per chiedergli di assicurarsi la conferma papale di quanto stabilito. All'arrivo del messaggero, essendo egli stesso papa, Bonifacio inviò una lettera di conferma a Cesario ([[25 gennaio]] 531) in cui condannava alcune dottrine semipelagiane. Ricevette, inoltre, un appello dai [[Vescovo|vescovi]] africani che stavano riorganizzando la loro chiesa dopo le devastazioni operate dai [[Vandali]], nel quale gli chiedevano di confermare i diritti primaziali dell'[[Diocesi di Tunisi|arcivescovo di Cartagine]], in modo che quest'ultimo potesse essere maggiormente in grado di profittare dell'aiuto della sede romana. Ad oriente riaffermò la giurisdizione papale in ''[[Dalmazia (provincia romana)|Illyricum]]''. Nel 531, Epifanio, il [[Patriarcato di Costantinopoli|patriarca di Costantinopoli]], dichiarò irregolare l'elezione di Stefano all'[[Arcidiocesi]] di [[Larissa]] in [[Tessaglia]]. Nonostante le forti pressioni subite, Stefano si appellò a Roma sostenendo che Epifanio non era competente sul caso, sostenendo il primato romano. Bonifacio convocò un quarto sinodo dal [[7 dicembre|7]] al [[9 dicembre]] 531, di fronte al quale furono presentati circa venticinque documenti che supportavano la pretesa di Roma per la giurisdizione sull'''Illyricum''. Il risultato di questo sinodo non è noto. Bonifacio fu sepolto in San Pietro il 17 ottobre 532. A causa dei suoi abusi di potere, in vita fu molto inviso e fu uno dei primi Papi a non divenire santo.
 
==Bibliografia==