Antemio (prefetto del pretorio): differenze tra le versioni

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Partecipò ad una missione diplomatica in [[Persia]], forse quella del [[383]]. Successivamente fece carriera sotto l'imperatore [[Arcadio (imperatore)|Arcadio]] ([[395]]-[[408]]): fu nominato ''[[comes sacrarum largitionum]]'' nel [[400]] e poi ''[[magister officiorum]]'' nel [[404]]. Durante quest'ultima magistratura (Pasqua 404), avvenne la deposizione di [[Giovanni Crisostomo]], [[patriarca di Costantinopoli]], e gli avversari di Crisostomo chiesero ad Antemio di fornire le truppe per disperdere la folla che osteggiava la deposizione: il ''magister'' prima si rifiutò, poi cedette, dichiarando che sarebbero stati loro i responsabili delle conseguenze.
 
Fu eletto [[console (storia romana)|console]] per l'anno [[405]], assieme a [[Flavio Stilicone|Stilicone]]; il [[10 luglio]] dello stesso anno ottenne la [[prefettura del pretorio d'Oriente]], la seconda carica dell'impero, succedendo ad [[Aureliano (console 400)|Aureliano]] dopo la morte dell'[[augusta (titolo)|augusta]] [[Elia Eudossia]]. Fu poi nominato ''[[patricius]]'' il [[28 aprile]] [[406]],<ref>''Codice Teodosiano'', ix.34.10.</ref> carica che rafforzò la sua posizione di uomo più potente dell'impero dopo l'imperatore.
 
Durante gli ultimi anni del regno di Arcadio, Antemio portò avanti la politica anti-[[germani]]ca del suo predecessore, tentando allo stesso tempo di garantire l'autonomia e l'integrità territoriale dell'Impero d'Oriente. Questa politica lo mise in opposizione col potente Stilicone, cui faceva capo l'Impero d'Occidente e che aveva come scopo la subordinazione dell'Impero d'Oriente a quello d'Occidente e il passaggio della prefettura dell'[[Illyricum]] all'Occidente. Sul piano della politica estera, Antemio dovette affrontare le minacce portate dalla presenza dei [[Visigoti]] di [[Alarico I]] in Illyricum e dal continuo stato di insurrezione delle popolazioni dell'[[Isauria]], che portavano nocumento alle province dell'[[Asia Minore]]. Sono inoltre da far ricondurre ad Antemio le numerose leggi contro Giudaesimo, eresia e Paganesimo promulgate in questo periodo.
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All'inizio della sua reggenza si ebbe l'invasione degli [[Unni]] di re [[Uldin]] (409), che furono però respinti. L'esigenza di provvedere alla difesa dell'impero lo spinse a rafforzare la flotta del [[Danubio]], responsabile per la difesa della [[Moesia]] e della [[Scizia]]. Sempre in questa ottica di rafforzamento delle difese, va vista l'edificazione delle cosiddette [[Mura di Costantinopoli|Mura teodosiane di Costantinopoli]], in effetti iniziate per volere di Antemio. Queste mura, resesi necessarie perché all'inizio del V secolo Costantinopoli era cresciuta al di fuori delle mura volute da [[Costantino I]], si allungano per 6,5 kilometri dal [[Mar di Marmara]] al quartiere delle [[Blachernae]] vicino il [[Corno d'Oro]]: completate nel [[413]], le mura raddoppiarono l'estensione della città, tanto che lo storico [[John Bagnell Bury|Bury]] chiamò Antemio "il secondo fondatore di Costantinopoli".
 
Dal [[18 aprile]] [[414]] Antemio scompare dalla scena, con la reggenza assunta dall'augusta [[Elia Pulcheria]] e la prefettura ritornata ad Aureliano. Non è noto il fato di Antemio.
 
La stima di cui godeva Flavio Antemio è testimoniata da una lettera indirizzatagli da Crisostomo in occasione della sua elezione a prefetto, dove affermava che la prefettura riceveva lustro dal fatto che lui la tenesse più di quanto non fosse onorato lui dall'avere la prefettura.