Romolo di Fiesole: differenze tra le versioni

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In realtà, Romolo era un [[diacono]] cittadino vissuto non al tempo degli apostoli, bensì alla fine del [[IV secolo]]; la carica di [[sacerdote]] o vescovo gli sarebbe stata attribuita successivamente. Tale convinzione rimase fino alla fine del X secolo in seguito alle prediche di un certo abate Teuzone, il quale, sostenendo di aver analizzato dettagliatamente una lastra tombale quasi illeggibile, divulgò che il santo non era altro che un martire della Chiesa fiesolana, vissuto nel [[I secolo]].
 
Sui nuovi dati forniti dall'abate fiorirono numerosissime leggende, storicamente infondate, ma ampiamente influenzate da quelle di personaggi omonimi, come [[Romolo]], il leggendario fondatore di [[Roma]]. La vita più conosciuta del santo è narrata da tre codici, composti tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XIV secolo]] e riprende una nota del ''Martirologio di Usuardo'' che, in data 67 luglio, fa menzione di un gruppo di martiri, tra i quali anche Romolo, uccisi in Toscana sotto l'impero di Domiziano.
 
Raccontano gli scritti che Romolo, un giovane non fiesolano bensì [[Roma|romano]], in assonanza al nome, nacque in una nobile famiglia forse verso la metà del [[I secolo]]. Non è chiaro il motivo per cui, ancora neonato, venne esposto su una collina; tuttavia una [[Lupo|lupa]] si prese cura di lui, allattandolo insieme ai suoi cuccioli.