Questione romana: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 29:
Nonostante l'offerta delle Legge delle Guarentigie, i segnali del governo non erano sempre di distensione e di pacificazione. Nel giugno del [[1873]] il governo estese anche a Roma le leggi [[anticlericalismo|anticlericali]] ([[leggi Siccardi]] e successive) e [[1875|due anni dopo]] impose pure al clero l'obbligo del [[Servizio militare di leva in Italia|servizio militare]].<ref>M. Guasco, ''Storia del clero in Italia dall'Ottocento a oggi'', Bari 1997, p. 79</ref>
 
Pio IX nel [[1874]] e [[Leone XIII]] ingiunsero ai cattolici italiani di non recarsi alle urne e con il famoso '' [[non expedit]]'' (in italiano "non conviene", "non è opportuno") prescrissero (per più di trent'anni) di evitare la partecipazione attiva alla vita politica del paese.
 
I pontificati di [[papa Pio X|Pio X]], di [[papa Benedetto XV|Benedetto XV]] e di [[papa Pio XI|Pio XI]] (nei primi tre decenni del [[XX secolo]]) videro, invece, una lenta distensione di rapporti ed un graduale riavvicinamento con lo stato italiano. L'affermazione dei socialisti favorì, inoltre, l'alleanza tra cattolici e liberali moderati ([[Giovanni Giolitti|Giolitti]]) in molte elezioni amministrative, alleanza detta ''clerico-moderatismo''. Segno di questi mutamenti è la lettera enciclica del [[1904]] ''[[Il fermo proposito]]'' <ref>Il testo in [http://www.totustuustools.net/magistero/p10ilfer.htm Magistero Pontificio]</ref>, che, se da un lato conservava il ''non expedit'', ne permetteva tuttavia larghe eccezioni, che poi si moltiplicarono: vari cattolici entrarono, in questo modo, in parlamento, sia pure a titolo personale.