Filosofia della natura: differenze tra le versioni

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Discepolo di Alberto fu [[Tommaso d'Aquino]], che analogamente si propose di conciliare la [[rivelazione cristiana]] con la [[aristotelismo|dottrina di Aristotele]], riformulandone in chiave nuova la concezione della [[verità]] come corrispondenza tra intelletto e realtà,<ref>Il logico e matematico [[Alfred Tarski]] ha posto la concezione aristotelico-tomista dell'''adequatio rei et intellectus'' a fondamento della moderna concezione semantica della verità (cfr. ''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Alfred Tarski"). «La concezione della verità come corrispondenza (''adaequatio'') oltre che da Tommaso d'Aquino è condivisa da tutti coloro che hanno una concezione [[realismo (filosofia)|realistica]] della [[conoscenza]], sia nella versione platonica (Platone, Agostino, Popper), sia in quella aristotelica (Aristotele, Tommaso d'Aquino, Tarski), oppure una concezione fenomenistica (Kant)» (cit. da [[Battista Mondin]], ''Manuale di filosofia sistematica: Cosmologia. Epistemologia'', vol. I, pag. 263, Bologna, ESD, 1999).</ref> e sviluppando il concetto di ''[[analogia entis]]'' e di [[astrazione (filosofia)|astrazione]], il cui utilizzo è stato rivalutato tuttora in più recenti scoperte scientifiche.<ref>Cfr. F. Bertelè, A. Olmi, A. Salucci, A. Strumia, ''Scienza, analogia, astrazione. Tommaso d'Aquino e le scienze della complessità'', Padova, Il Poligrafo, 1999.</ref> In virtù dell'analogia, o similitudine, esiste secondo Tommaso un perenne passaggio dalla [[Potenza (Aristotele)|potenza]] all'[[atto]] che struttura gerarchicamente la natura secondo una scala ascendente che va dalle piante agli animali, e da questi agli uomini, fino agli [[angelo|angeli]] e a [[Dio]], che in quanto motore immobile dell'universo è responsabile di tutti i processi naturali. Le intelligenze angeliche hanno una conoscenza [[intuizione|intuitiva]] e superiore, che permette loro di sapere immediatamente ciò a cui noi invece dobbiamo arrivare tramite l'esercizio della [[ragione]]. Tommaso mantenne comunque una certa terminologia neoplatonica parlando anch'egli di un<nowiki>'</nowiki>''Anima Mundi'', causa della Natura, che derivava ''"post aeternitatem"'' dalle Intelligenze, sussistenti ''"cum aeternitate"'', le quali a loro volta discendevano dall'[[Uno (filosofia)|Uno]] o Bene, causa prima ''"ante aeternitatem"''.<ref>Cfr. C. Fabro, ''Partecipazione e causalità secondo S. Tommaso d'Aquino'', Società Editrice Internazionale, Milano 1958.</ref> Nell'opera di Tommaso, l'attenzione rivolta agli aspetti vitali del mondo fisico troverà espressione in un trattato dedicato all'[[alchimia]],<ref>[[Tommaso d'Aquino]], ''L'alchimia ovvero trattato della pietra filosofale'', trad. di P. Cortesi, Newton & Compton, 1996 ISBN 88-8183-557-6.</ref> ed un altro intitolato ''[[Aurora consurgens]]''.<ref>Tommaso d'Aquino, ''Aurora Consurgens'', a cura di P. De Leo, Kemi, 2002 ISBN 9786001344343.</ref>
 
Mentre Tommaso insegnò soprattutto a [[Parigi]], altre scuole crebbero di rinomanza, come quella inglese di [[Oxford]], dove operò [[Ruggero Bacone]], anch'egli seguace di Aristotele ma attestato su posizioni diverse da quelle [[Tommaso d'Aquino|tomiste]], ignorando di fatto il significato attribuito da Tommaso all<nowiki>'</nowiki>''analogia entis'',<ref>«Si trattava di un vero e proprio fraintendimento del significato dei termini: ciò che a Parigi era analogo finì, di fatto, per essere univoco a Oxford. Di conseguenza, adottando una concezione univoca dell'ente, Ruggero Bacone e la scuola inglese non potevano che prospettare una scienza di tipo matematizzato, mentre la scuola di Parigi [...] non aveva difficoltà a concepire, insieme alle ''scientiae mediae'', [...] anche delle scienze non matematizzate» (James A. Weisheipl, ''[http://books.google.it/books?id=xtB03j8JC2AC&pg=PA6&lpg=PA6&dq="Ma+ciò+che+è+più+interessante+non+è+tanto+il+fatto+che+nel+XIII"&source=bl&ots=ydXkkWKEtn&sig=GJlp9Dym7Jb-O-jxLF85-Qo-YcY&hl=it&sa=X&ei=227IUc-5L_KQ4ATDpICICg&ved=0CC0Q6AEwAA#v=onepage&q="Ma ciò che è più interessante non è tanto il fatto che nel XIII"&f=false Alberto Magno e le Scienze]'', trad. di Alberto Strumia, Bologna ESD, 1994, p. 6).</ref> e adottando così esclusivamente una scienza di tipo [[matematica|matematizzato]], che precorrendo il metodo di [[Galileo Galilei|Galilei]] escludeva dallo studio della natura tutto ciò che non fosse riconducibile a rapporti numerici e quantitativi (conducendo all'eclissi del concetto di analogia).<ref>[http://books.google.it/books?id=xtB03j8JC2AC&pg=PA7&lpg=PA7&dq=%22una+scienza+di+tipo+matematizzato%22&source=bl&ots=ydXkkWKLsm&sig=kydD1SDt3a0UwiG4LVv3FexM6CU&hl=it&sa=X&ei=jHHIUarXBOml4gSU34HICA&ved=0CC8Q6AEwAA#v=onepage&q&f=false ''Ivi'', p. 7].</ref> Rivalutando la [[esperimento|sperimentazione]] nella conoscenza del mondo naturale, Bacone distinse la magia cerimoniale, o demoniaca, da una positiva, che è la magia naturale o [[alchimia]], la quale opera in accordo con le leggi di natura e consente di svelarne i segreti; egli andò così a costituire per quei tempi «la più fervida difesa dell'astrologia e della magia».<ref>Eugenio Garin, ''Magia ed astrologia nella cultura del Rinascimento'', in "Medioevo e Rinascimento", Laterza, Roma-Bari 1984, p.155.</ref>
 
===Dal Rinascimento all'età moderna===