Armand Augustin Louis de Caulaincourt: differenze tra le versioni

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Con la nascita del [[Primo Impero Francese|Impero]] Caulaincourt ricevette vari riconoscimenti e il titolo di Duca di Vicenza nel [[1808]] (precedentemente aveva il titolo di [[marchese]]). Nel [[1807]] Napoleone lo volle di nuovo come ambasciatore a San Pietroburgo allo scopo di garantire che l'alleanza stipulata tra la Francia e la Russia a [[Pace di Tilsit|Tilsit]] reggesse. I suoi compiti furono molto più simili a quelli di una spia che di un diplomatico. Nel [[1810]] Caulaincourt consigliò strenuamente Napoleone di rinunciare ai suo propositi d'[[campagna di Russia|invasione della Russia]], ma ciò non impedì all'imperatore di gettarsi nell'impresa. Napoleone volle anzi con lui Coulaincourt durante la campagna per la sua grande conoscenza della mentalità dello zar e la sua conoscenza delle forze russe. Fu tra coloro che seguì Napoleone nella ritirata nel [[dicembre]] [[1812]] dalla [[Polonia]] a [[Parigi]]. E fu proprio nella campagna di Russia che, nella [[battaglia di Borodino]], perse la vita il fratello di Armand Augustin, generale [[Auguste Jean-Gabriel de Caulaincourt]].
 
Non volendo più al suo fianco Talleyrand, accusato di tradimento, Napoleone affidò tutti i negoziati a Caulaincourt. Fu lui a firmare l'armistizio di Pleswitz nel [[giugno]] [[1813]], a rappresentare la Francia al Congresso di Praga nell'[[agosto]] [[1813]], e alla firma del [[Trattato di Fontainebleau]] il [[10 aprile]] [[1814]]. Fu fatto senatore da Napoleone nel 1813. Durante i [[Cento Giorni]], l'imperatore lo nominò ministro degli esteri della Francia: in quella veste si spese in tutti i modi per rassicurare i sovrani europei delle nuove pacifiche intenzioni del suo padrone, ma non venne creduto.
 
Inserito nella lista dei proscritti con la seconda restaurazione borbonica di [[Luigi XVIII]], vi fu cancellato grazie al personale intervento dello zar Alessandro che aveva nei suoi confronti una lunga amicizia. Benché non seguì Napoleone nell'esilio, Caulaincourt fu sempre tenuto in altissima considerazione dall'imperatore: come scrisse [[Emmanuel de Las Cases]] nel ''Memoriale di Sant'Elena'', lui e il [[Hugues-Bernard Maret|duca di Bassano, Maret]], furono per Napoleone i due più leali servitori dell'Impero. Morì a Parigi nel [[1827]].