Storia degli Stati Uniti d'America (1988-presente): differenze tra le versioni

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=== La fine del comunismo ===
Durante la [[Guerra Fredda]], la divisione del mondo in due blocchi rivali era servita a legittimare una grande alleanza non solo con i paesi dell'[[Europa ]] e la [[NATO]], ma anche con molti paesi del mondo in via di sviluppo. A partire dalla fine degli [[anni 1980]], i regimi del [[Patto di Varsavia]] cominciarono a collassare in rapida successione. La "Caduta del [[Muro di Berlino]]" fu vista come un simbolo della caduta dei governi [[Comunismo|comunisti]] dell'Europa Orientale. Le relazioni sovietico-americane migliorarono molto nella seconda metà del decennio, con la firma del trattato sulle forze nucleari a medio raggio nel [[1987]], il ritiro delle forze d'occupazione sovietiche in [[Afghanistan]] e delle truppe [[Cuba|cubanecuba]]ne in [[Angola]].
 
Questi sviluppi tolsero le motivazioni per fornire sostegno a governi repressivi come quello del [[Cile]] e della [[Corea del Sud]], che subirono dei processi di democratizzazione nello stesso periodo che riguardò le nazioni del [[Patto di Varsavia]]. Alcuni commentatori statunitensi ritenevano che questo rilassamento nelle relazioni tra le due più grandi potenze della Guerra Fredda dovesse portare a riscuotere un "[[dividendo di pace]]", e le spese del governo statunitense destinate alla difesa si sarebbero ridotte drasticamente. Questo argomento andò a perdersi nel dibattito politico con l'inizio della [[Guerra del Golfo]]. Il presidente [[George H. W. Bush|Bush]] sostenne l'emergere di "un nuovo ordine mondiale... più libero dalla minaccia del terrore, più forte nel perseguimento della giustizia, e più sicuro nella ricerca della pace. Un'era nella quale le nazioni del mondo, Est e Ovest, Nord e Sud, possono prosperare e vivere in armonia."
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Molti elettori nel 1992 e nel 1996 si erano dimostrati disposti a sorvolare sulle voci di relazioni extraconiugali di Clinton, ritenendole irrilevanti. Queste faccende comunque divennero importanti nel febbraio 1998, quando affiorarono rapporti riguardanti una relazione in corso tra Clinton e una stagista della Casa Bianca, [[Monica Lewinsky]]. Inizialmente Clinton negò vigorosamente la relazione; "Non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, la Signora Lewinsky". Sua moglie Hillary descrisse le accuse come fraudolente e provenienti da una "vasta cospirazione di destra". Clinton venne in seguito costretto a rivedere le sue affermazioni in agosto, dopo che il caso Lewinsky venne indagato dal procuratore indipendente [[Kenneth Starr]], che aveva studiato per anni diverse accuse di passati cattivi comportamenti di Clinton. Poiché le smentite di Clinton si estendevano a una deposizione davanti all'ufficio di Starr, alla Camera dei Rappresentanti vennero avviati i procedimenti per l'[[impeachment]] nei confronti del presidente con l'accusa di [[falsa testimonianza]].
 
L'affare raggiunse il climax quando Clinton, dopo l'[[impeachment]] della Camera, non venne condannato al processo del Senato, con un contraccolpo negativo che costrinse [[Newt Gingrich]] a dimettersi dopo i deludenti risultati delle elezioni di medio termine del 1998, e un'opinione pubblica imbarazzata e stanca dello scandalo sembrò essere ampiamente soddisfatta di aver risolto la cosa.
 
=== Globalizzazione e "new economy" ===
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{{main|Seconda guerra del Golfo}}
 
Durante il discorso sullo Stato dell'Unione del Gennaiogennaio 2002, Bush denominò l'[[Iran]], l'[[Iraq]] e la [[Corea del Nord]], l' "asse del male", accusandoli di dare supporto al terrorismo cercando di reperire [[armi di distruzione di massa]]. L'amministrazione Bush iniziò a far diventare i suoi progetti di pubblico dominio parlando dell'invasione all'Iraq, sulla base del fatto che [[Saddam Hussein]] fosse un sostenitore del terrorismo fondamentalista e che avesse violato il [[cessate il fuoco]] imposto nel [[1991]] dalle [[Nazioni Unite]] e possedesse armi biologiche, chimiche e nucleari.
 
Gran parte degli alleati americani, tra cui, [[India]], [[Giappone]], [[Turchia]], [[Nuova Zelanda]], [[Francia]], [[Germania]] e [[Canada]] non credevano che le accuse di Bush fossero abbastanza fondate per giustificare una invasione su larga scala, in particolare perché il personale militare era ancora richiesto per ristabilire la situazione in [[Afghanistan]].
Infatti, il [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]] non approvò l'invasione ma l'amministrazione perseguì nella sua politica unilaterale inviando il 20 marzo del [[2003]] una potente forza militare, supportata da una coalizione di alleati che includeva la [[Gran Bretagna]], l'[[Italia]], l'[[Australia]], la [[Polonia]] e la [[Spagna]].
 
Dopo sei settimane di combattimento tra le truppe della coalizione e l'esercito iracheno, le prime si erano assicurate il controllo di molte regioni chiave; Saddam aveva lasciato il suo palazzo, il suo regime era chiaramente giunto al termine. Il 1° maggio Bush dichiarò, sotto un cartello che recitava "missione compiuta", che le principali operazioni terrestri erano in via di conclusione. I figli di Saddam Hussein, [[Qusay Hussein|Qusay]] e [[Uday Hussein|Uday]], vennero uccisi da truppe statunitensi e lo stesso Saddam venne catturato nel dicembre 2003 e preso in custodia. Cionondimeno, i combattimenti contro gli insorti iracheni continuarono e crebbero durante il periodo delle [[Elezioni presidenziali statunitensi del 2004]] e oltre.
 
Con le perdite in aumento e il costo dell'invasione e ricostruzione dell'Iraq stimato in oltre 200 miliardi di dollari, la guerra ha perso circa un terzo dei suoi sostenitori negli USA a partire dall'annuncio della fine delle operazioni principali. Sondaggi recenti suggeriscono che il malcontento internazionale nei confronti degli USA è ai massimi storici, con la maggioranza della popolazione europea che ritiene che gli USA siano troppo potenti e agiscano principalmente per i propri interessi, e una vasta maggioranza nelle nazioni a prevalenza musulmana che credono che gli Stati Uniti siano arroganti, guerrafondai o disposti all'odio nei confronti dell'Islam. [http://people-press.org/commentary/display.php3?AnalysisID=46]
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== Amministrazione Obama ==
In seguito alla crisi finanziaria del 2008, le elezioni vengono vinte dal partito democratico che elegge il primo presidente afro-americano della storia americana, [[Barack Obama]]. Nel 2012 è stato rieletto presidente degli Stati Uniti.
 
== Note ==