Impero corasmio: differenze tra le versioni

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Nel [[1219]] il governatore della città di [[Otrar]] fece giustiziare come spie alcuni emissari inviati da Gengis Khan. La reazione del condottiero [[mongoli|mongolo]] non si fece attendere e fu [[Invasione mongola della Corasmia|terribile]]: [[Samarcanda]], [[Bukhara]], [[Merv]] e [[Nishapur|Nīshāpūr]] furono saccheggiate e conquistate, e molti dei territori dell'Impero corasmio subirono lo stesso destino. Lo scià fuggì e morì poco più tardi su un'isola del [[Mar Caspio]]. Dal 1220 in poi i corasmi costituirono bande armate mercenarie pronte a mettersi al servizio dei vari signori e dominati islamici del [[Medio-Oriente]].
 
Il figlio di ʿAlāʾ al-Dīn, [[Jalal al-Din Mankubirni|Jalāl al-Dīn Mankubirnī]], rinunciò al titolo di scià e si rifugiò nel [[Caucaso]] dove intendeva continuare la resistenza contro i mongoli. Dopo varie razzie e saccheggi lungo l'[[Indo]] e nei territori [[Curdistan|curdi]] fu però sconfitto dai [[Sultanato di Rum|Selgiuchidi di Rum]] e dagli [[Ayyubidi]] loro alleati. Con l'assassinio di Jalāl al-Dīn nel [[12211231]] l'Impero corasmio giunge al termine.
 
I seguaci di Jalāl al-Dīn prestarono servizio come mercenari sotto gli [[Ayyubidi]] (nel [[1227]] furono chiamati dall'emiro ayyubide di [[Damasco]], al-Mu῾azzam, contro il [[sultano]] [[al-Malik al-Kāmil]], il fu per questo costretto a ricercare l'alleanza di [[Federico II]]) e i [[Mamelucchi]], e si resero protagonisti della presa e del sacco di [[Gerusalemme]] nel [[1244]], dopo essere stati chiamati dal sultano [[al-Salih Ayyub]], con la profanazione delle sepolture dei [[Re di Gerusalemme]] e la distruzione della basilica della ''[[Hagia Sion]]'' (tranne la sala del [[Cenacolo]]), episodio che innescò la [[settima crociata]]. Federico II infatti si impegnò a intraprendere la crociata, riconciliandosi brevemente con [[Innocenzo IV]], in cambio del ritiro della [[scomunica]], spedizione che tuttavia fu intrapresa da [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]].