Nodo gordiano: differenze tra le versioni

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[[File:Alexander cuts the Gordian Knot.jpg|thumb|300px|''Alessandro recide il nodo Gordianogordiano'', di [[Jean-Simon Berthélemy]] (1743–1811)]]
 
L'espressione '''nodo gordiano''' trae origine da una [[tradizione]] letteraria e leggendaria a cui è legato anche un [[aneddoto]] sulla vita di [[Alessandro Magno]]. Con il tempo, l'espressione ha assunto, in varie lingue, una valenza [[metafora|metaforica]], andando a indicare un problema di intricatissima soluzione, che si presta ada essere risolto, alla maniera di Alessandro, con un brutale taglio. Da questo aneddoto derivano espressioni come «recidere, o tagliare, il nodo gordiano...»:
<blockquote>"Portategli il discorso su argomenti,<br />che richiedano acume e sottigliezza,<br />
vi saprà sciogliere il nodo gordiano<br />di tutto, come la sua giarrettiera"<br /><small>([[William Shakespeare]], ''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]'', Atto primo, scena prima. 45-47)</small><ref>[[William Shakespeare]], ''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]'', nella [http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/enrico_v/pdf/enrico_p.pdf traduzione di Goffredo Raponi] da [[LiberLiber]].</ref></blockquote>
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== Tradizione leggendaria ==
L'aneddoto risale già all'[[VIII secolo a.C.]], periodo in cui il popolo dei [[Frigi]] stava costituendo un proprio stato con una struttura politica, nell'entroterra dell'[[Anatolia]] (l'attuale [[Turchia]]), ma non era ancora stato eletto un re.<br>
L'oracolo di Telmisso (o [[Telmesso]], l'attuale Makri), l'antica capitale della [[Licia]], predisse che il primo uomo che fosse entrato in quella nuova città su un carro trainato da dei buoi, sarebbe diventato re. Il primo ada entrare fu un misero contadino di nome [[Gordio (re)|Gordio]] che, in conformità all'oracolo, fu nominato re e la cittadina prese il suo [[Gordio (città)|nome]] (che oggi corrisponde all'attuale Yassihüyük). Tale previsione fu interpretata anche mediante un segno degli dei, attraverso un'aquila atterrata sul carro stesso. Secondo lo storico [[Arriano]], il figlio adottivo di Gordio, [[Mida]] (il noto re che trasformava in oro tutto ciò che toccava), dedicò quindi il sacro carro del padre <ref> ''[[Anabasis Alexandri]]'' (Αλεξάνδρου Ανάβασις), ii.3): "{{polytonic|καὶ τὴν ἅμαξαν τοῦ πατρὸς ἐν τῇ ἄκρᾳ ἀναθεῖναι χαριστήρια τῷ Διὶ τῷ βασιλεῖ ἐπὶ τοῦ ἀετοῦ τῇ πομπῇ.}}": "''...ed egli offrì il carro di suo padre quale dono al re [[Zeus]] quale ringraziamento dell'aver inviato l'aquila''".</ref> alla divinità frigia [[Sabazio]] (che i [[antica Grecia|Greci]] identificavano con [[Dioniso]]).<br>
Il carro fu legato permanentemente ada un palo, assicurandone la stanga con un intricato [[nodo (corda)|nodo]] di robusta corda in [[corteccia (botanica)|corteccia]] di [[Cornus mas|corniolo]] (''[[Cornus mas]]''), rimanendo così il saldo simbolo del potere regale e politico dei successivi re di [[Frigia]], ben saldo nel tempio di [[Gordio (città)|Gordio]], fino a quando non vi giunse [[Alessandro Magno]] nel [[IV secolo a.C.]], epoca in cui la stessa [[Frigia]] fu ridotta a [[satrapia]] (provincia) dell'[[impero persiano]].
 
La profezia oracolare volle che chi fosse stato in grado di sciogliere quel nodo, sarebbe diventato imperatore dell'[[Anatolia|Asia]] minore <ref>Il riferimento all'attuale [[Asia]] sarebbe [[anacronismo|anacronistico]], dal momento che all'epoca il termine "Asia" aveva una connotazione più ristretta, riferita alla sola [[Asia Minore]]: "nessuno, né tanto meno Alessandro, avrebbe osato affermare che, nel giro di otto anni, Asia avrebbe voluto dire l'[[Oxus]], l'attraversamento dell'[[Hindu Kush]] e una battaglia con gli [[elefanti da guerra]] di un [[rajah]] del nordovest dell'[[India]]" notava, a questo proposito, [[Robin Lane Fox]] nel suo ''Alexander the Great'', 1973, p. 151.</ref>.
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Dopo l'inverno 332-333 a.C., l'esercito militare di [[Alessandro Magno]] in espansione dalla [[Licia]] verso l'entroterra, entrò prima a [[Sagalassos]] e poi a Gordio. Qui, il condottiero provò a sciogliere il nodo ma, non riuscendovi, decise semplicemente di tagliarlo a metà con la spada, da cui, ancor oggi, si usa dire ''soluzione alessandrina'' per indicare la risoluzione di un problema intricato in modo netto, semplice, rapido e deciso.
 
Lo storico [[Plutarco]] mise comunque in discussione la pretesa secondo cui [[Alessandro Magno]] avrebbe tagliato il nodo con un colpo di spada, e riferisce che, secondo [[Aristobulo di Cassandra]],<ref>[[Plutarco]], ''[[Vite parallele|Vita di Alessandro]]'', [[fonte secondaria]], visto che il testo di Aristobulo è andato perduto.</ref> Alessandro lo avrebbe semplicemente sfilato dalla staffa. AdA ogni modo, Alessandro andò alla conquista dell'allora Asia conosciuta, fino al'[[Indo]] e all'[[Oxus]], facendo, così, avverare la [[profezia]].
 
== Fonti ==
Alessandro era un personaggio di eccezionale celebrità, e l'episodio del nodo gordiano era noto ada ogni persona istruita dell'[[antichità]] e senza dubbio anche a tanti altri che non lo erano, dal [[III secolo a.C.]] fino alla [[Tarda antichità|fine dell'antichità]] e ben oltre. Le fonti letterarie sono [[Arriano]], il [[propagandista]] di Alessandro (''[[Anabasis Alexandri]]'' 2.3), [[Quinto Curzio Rufo]] (''Historiae Alexandri Magni Macedonis'', 3.1.14), [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]] nella sua [[epitome]] delle ''Storie Filippiche'' di [[Pompeo Trogo]] (11.7.3), e [[Claudio Eliano]] (''Sulla natura degli animali'' 13.1).<ref>Le quattro fonti sono indicate da Robin Lane Fox, ''Alexander the Great'' (1973) 1986: note al capitolo 10, p. 518. Fox riferisce l'[[aneddoto]] alle pagine 149-151.</ref>
 
== Interpretazioni ==
Il nodo potrebbe esser stato, in realtà, un [[monogramma]] in forma di nodo, conservato da sacerdoti e sacerdotesse di Gordio. [[Robert Graves]] suggerisce<ref>[[Robert Graves]], ''The Greek Myths'' (1960) §83.4</ref> che esso avrebbe potuto simboleggiare il nome ineffabile di [[Dioniso]] che, annodato come un monogramma, si sarebbe trasmesso attraverso generazioni di sacerdoti per essere rivelato unicamente ai re di Frigia.
 
A differenza della [[fiaba]], pochi elementi di un [[mito]] risultano completamente arbitrari: questo, ad esempio, preso nel suo complesso, sembra essere concepito per conferire una legittimazione a un cambio dinastico in questo regno centro-[[Anatolia|anatolico]]: così il "taglio brutale del nodo... pose fine ada un antico ordinamento."<ref>Graves, ''op. cit.'', 1960, §83.4.</ref> Il carro trainato da buoi sembra alludere a un viaggio più lungo, piuttosto che a uno spostamento locale, forse collegando Gordio/Mida con un [[mito delle origini]] attestato in [[Regno di Macedonia|Macedonia]], di cui è molto probabile che Alessandro fosse consapevole.<ref>"Sicuramente Alessandro credeva che quel dio, che aveva conferito a Mida il potere sulla Frigia, ora garantiva a lui l'adempimento della promessa del dominio sull'Asia.", Ernest A. Fredricksmeyer, "Alexander, Midas, and the Oracle at Gordium", ''Classical Philology'' '''56'''.3 (July 1961, pp. 160-168), p. 165.</ref> A giudicare da questo mito, la dinastia frigia non poteva vantare un'origine risalente a tempi immemorabili, ma solo una genesi maturata all'interno di una classe subalterna locale, estranea alla casta sacerdotale, rappresentata dal contadino Gordio sul suo carro di buoi. Altri [[mitologia greca|miti greci]] legittimano una dinastia sulla base del diritto di conquista, come nel caso di [[Cadmo]], ma il tema dell'oracolo che conferisce legittimità, declinato in questo mito, suggerisce che la dinastia precedente fosse una casta di re-sacerdoti connessa alla divinità oracolare.
 
Esiste un'altra interpretazione legata ad Alessandro, in contrasto con la precedente, che sostiene che il macedone non risolse il nodo, aggirando il problema, per cui non riuscì a conquistare l'intera Asia, dovendo ritirarsi giusto "solamente" in India.