Peltasta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Sistemata
Ispy (discussione | contributi)
aggiornamento
Riga 15:
I compiti loro assegnati si dividevano tra la fornitura di copertura delle falangi all'inseguimento dei nemici in fuga, nonché proteggevano i fianchi dell'armata durante gli spostamenti.
 
Le unità di peltasti in genere venivano costituite con elementi autoctoni; a Sparta venivano addestrati gli [[iloti]], ad Atene le classi più umili. [[Ificatre]] riforma la loro organizzazione e il loro armamento dotandoli di elementi caratteristici della fanteria oplitica, trasformandoli in così detti opliti leggeri.
 
Per lungo tempo, come i ''[[toxotes]]'' ([[arcieri]]), altro tipo di fanteria leggera greca, furono scartati dagli [[strateghi]] greci che, a causa della loro grande velocità in combattimento, li preferivano solo per inseguimenti o agguati ma quasi mai in battaglia.

Erano principalmente mercenari e quindi spesso cambiavano schieramento per motivi economici, fu anche per questo che vennero scartati molto a lungo, erano troppo inaffidabili.
 
Durante le battaglie si muovevano in piccole truppe per soccorrere le [[falange (militare)|falangi]] di [[opliti]] in difficoltà. La loro strategia era quella dell'"attacco e fuga", cioè non essendo in grado di affrontare uno scontro frontale con una serrata formazione di [[opliti]] tendevano a colpire di sorpresa lateralmente le falangi nemiche per poi ripiegare velocemente dietro le linee alleate. Avevano due grandi vantaggi rispetto alla fanteria classica greca erano veloci e potevano creare un gran numero di feriti in poco tempo senza essere necessariamente coinvolti in uno scontro corpo a corpo, tuttavia erano molto esposti alle frecce provenienti dai ''toxotes'' nemici e non potevano competere neanche per pochissimo tempo contro un disciplinato schieramento di fanteria pesante, ben protetta che vantava anni di addestramento.
 
==Riforma==
[[Ificrate]] modifica la loro organizzazione e il loro armamento dotandoli di elementi caratteristici della fanteria oplitica, trasformandoli in così detti opliti leggeri.
 
Col passare del tempo lo scudo divenne una via di mezzo tra l'[[hoplon]] e il [[pelta]]; i gambali scompaiono, si adotta una corazza di lino trapuntato e l'[[elmo frigio]] con lunghi paragnatidi e paranuca, decorato con una cresta a crine di cavallo; le lance si allungano fino a 3,5 metri, mentre lo scudo, ora in vimini diventa ovale e si adotta una spada corta.
 
=== Altri Reparti===
 
[[Tebe]] integrò il suo esercito con reparti di lanciatori di giavellotti e pietre, prevalentemente di nazionalità [[Tessaglia|tessale]]: vestiti con il '''petasos''', di una tunica e difesi da uno scudo poco più ampio del pelta; o '''Eniani''', i quali combattevano completamente nudi a parte portare un mantello. Vi erano poi i '''Psiloi''', vestiti di tunica o veste di lino, copricapo di feltro e protezione sul braccio di pelle di animale.
L'impugnatura del giavellotto era di stile tracico con una piccola cinghia annodata ad anello nella parte centrale del fusto, dove con l'indice si dava maggiore stabilità al tiro.
 
=== Epilektoi ===
 
Di particolare rilevanza la costituzione di contingenti permanenti di peltasti, stipendiati dalle confederazioni di appartenenza a partire dal IV secolo.
 
Nel 421 a.C. venne costituito un reparto [[Argo|argivo]] di questi combattenti, addestrati militarmente come a Sparta, svincolati da doveri civili. Dopo la sconfitta di [[battaglia di Mantinea|Mantinea]], i mille uomini che vi appartenevano, decisero di effettuare un colpo di stato.
 
==Storia==
Degno di nota un episodio avvenuto nel 390 a.C. circa.
 
Un reparto dell'esercito spartano in marcia di trasferimento venne sorpreso da un attacco dell'ateniese [[Ifìcrate]] a [[Lechaion]], che guidava un battaglione di ''peltasti''. Nello scontro morirono ben 250 Spartani: a parte il numero, comunque non infimo, data la notoria scarsezza di effettivi di cui soffriva Sparta, ciò che destò profonda sensazione fu il fatto che un contingente di opliti spartani, considerati invincibili, fossero stati distrutti in un'imboscata condotta da soldati, considerati di rango inferiore, che basavano la loro efficienza sulla velocità, la sorpresa e la mobilità. Una novità (utile soprattutto in terreni accidentati, in cui la falange oplitica può incrementare la propria potenza con difficoltà) che avrà grandi sviluppi nei decenni che seguiranno e che va, almeno in parte, ascritta al genio militare di [[Ifìcrate]].
 
==Riforma==
Col passare del tempo lo scudo divenne una via di mezzo tra l'[[hoplon]] e il [[pelta]]; i gambali scompaiono, si adotta una corazza di lino trapuntato e l'[[elmo frigio]] con lunghi paragnatidi e paranuca, decorato con una cresta a crine di cavallo; le lance si allungano fino a 3,5 metri, mentre lo scudo, ora in vimini diventa ovale e si adotta una spada corta.
 
==Note==
Line 37 ⟶ 52:
==Voci correlate==
*[[ekdromoi]]
*[[epilektoi]]
 
{{Portale|Antica Grecia|Guerra|Storia}}