Il magistrato: differenze tra le versioni

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==Trama==
Il giovane Magistrato Andrea Morandi è stato da poco trasferito a [[Genova]] quando gli affidano la sua prima inchiesta, relativa all'aggressione subìta nel [[Porto di Genova|porto]] da un dirigente della Compagnia dei lavoratori portuali, ricoverato in gravissime condizioni.
Morandi, per il suo soggiorno in città, prende alloggio presso la famiglia Bonelli, composta dal padre, Luigi, dalla moglie Emilia e dai due figli Luciano e Carla. Tale sistemazione contribuisce alle condizioni economiche non certo floride della famiglia, che sono frutto di tensioni tra i due coniugi, dato che Emilia rimprovera a Luigi la sua scarsa ambizione negli affari. Come se non bastasse, Luigi viene licenziato dalla società assicuratrice per cui lavora.
 
L'inchiesta sulla aggressione vafa emergere la responsabilità di Orlando, un disoccupato che non accetta di dover pagare una tangente per poter essere assunto, come invece hanno già fatto molti dei suoi colleghi. Egli tenta di fornire un alibi, che però cade di fronte alla testimonianza di una donna proprietaria di un bar, e così egli viene arrestato. Il Magistrato è commosso dal racconto di Maria, la fidanzata di Orlando, sulle condizioni di bisogno a cui egli si è trovato di fronte. Cerca quindi di convincere i colleghi dell'accusato ad ammettere il pagamento delle tangenti per alleggerire la posizione dell'accusato, ma essi, impauriti, negano. Dopo qualche tempo l'aggredito muore e l'accusa si aggrava.
 
Mentre Luciano Bonelli si dedica al suo lavoro di [[giornalista]], sua sorella, la diciassettenne Carla, viene spinta dalla madre, frustrata dalla modesta condizione economica del marito, ad accettare la corte del giovane Pierino Lucchi, rampollo di una delle più facoltose famiglie della città, con la quale spera di potersi imparentare. Ma la ragazza si invaghisce del magistrato Morandi, con cui tenta, inutilmente, degli approcci.
 
La famiglia Lucchi interviene per bloccare ogni contatto tra Carla ed id il figlio Pierino, promettendo a Luigi Bonelli di trovargli un lavoro se convincerà la figlia a desistere. Ma egli, succube delle pretese della moglie, lo rifiuta. Comunque i due giovani continuano a vedersi di nascosto, ma quando Carla chiede a Pierino di sposarla, lui si tira indietro. Nel frattempo Luciano, stanco delle tensioni famigliari, decide di andarsene e si trasferisce a [[Roma]], per il suo lavoro di giornalista.
 
Delusa ed irrequieta, Carla avvia una relazione con Ugo, un affarista senza scrupoli, diventato ricco con il [[contrabbando]]. Luigi, di fronte alla situazione di povertà famigliare che è causa ildel disprezzo della moglie e dell'allontanamento del figlio, accetta di lavorare per Ugo nei suoi affari poco leciti, facendogli da prestanome. La promessa di soldi facili e di ricchezza sembra rasserenare la posizione dei Bonelli, tanto che Emilia chiede al Magistrato di lasciare la camera, non avendo più bisogno dell'affitto.
 
Ma circa un anno dopo Luigi viene coinvolto in una inchiesta sugli affari di Ugo e scopre la relazione tra Ugo e Carla. Rendendosi conto del fallimento della sua vita, e capendo che Ugo gli ha dato una mano solo per poter sedurre Carla, si suicida aprendo il rubinetto del gas di casa, provocando così anche la morte della moglie e della figlia.
 
Il Giudice Morandi, sconvolto, presenta le proprie dimissioni al Procuratore, che tenta di dissuaderlo. Ma egli si dimostra irremovibile, perché convinto che le leggi che lui deve applicare non siano davverosono idonee a rendere giustizia. Non se la sente di condannare del tutto Orlando e non ha saputo far nulla per evitare la drammatica fine dei Bonelli. Sarà però un incontro con Maria a fargli cambiare idea, perchè la ragazza gli manifesta con grande dignità il suo amore per Orlando, nonostante egli sia in prigione. Morandi capisce che deve battersi per la giustizia e decide di approfondire l'inchiesta, senza più dimettersi.
 
==Ambientazione==
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==Critica==
Il film ebbe una moderata accoglienza dalla critica.
* su [[La Stampa]] del 15 ottobre 1959 G.M. scrisse ''"... ci sono, o ci sarebbero, almeno tre film....mancano le più vere vibrazioni, le necessarie sfumature, le benefiche incertezze, le opportune deviazioni. Tutto è inquadrato"''<ref> archivio storico del quotidiano La Stampa - numero 245 del 15.10.1959 - pagina Spettacoli. </ref>
* Vittorio Spinazzola su [[Cinema Nuovo]] del novembre [[1959]] definì il film ''"Macchinoso nell’intreccio narrativo e piuttosto schematico nella caratterizzazione dei personaggi"'' - <ref> vedasi http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=88161 </ref>