Colonna Buenaventura Durruti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
CommonsDelinker (discussione | contributi)
m Bot: il file Junio_37_1.jpg è stato rimosso in quanto cancellato da Commons da Ecemaml
AttoBot (discussione | contributi)
Riga 25:
 
==Vicenda della colonna Durruti==
Il [[21 luglio]] [[1936]] vennero formate a [[Barcellona]] diverse colonne per contrastare i fascisti di Franco, ''Tierra y Libertad'', ''[[Francisco Ascaso|Ascaso]]'', [[Roya y Nigra]], Durruti, mentre il [[POUM]] organizzò la colonna [[Lenin]] in cui confluirono i [[Sinistra Comunista Italiana|bordighisti]] italiani che avevano deciso di partecipare alla vicenda spagnola. Le colonne si diressero verso l'Aragona alla riconquista di [[Saragozza]] e [[Huesca]]. ''Fra gli italiani è da ricordare [[Agostino Sette]] primo caduto italiano combattendo contro i fascisti di Franco''.
 
[[Immagine:428px-Aragon 1936nuova.jpg|750px]].
Riga 31:
Il fatto che la capitale dell'[[Aragona]] (come si vede nella carta si trova al di là della linea antifascista) fosse caduta in mano dei fascisti significava per la [[Confederación Nacional del Trabajo|CNT]], per la rivoluzione e per l'esito della guerra un colpo tremendo. [[Saragozza]] era stata il punto di forza dell'anarchia: la rivolta del [[1933]] aveva dimostrato quale potenziale si nascondesse in quella città. Era la città dove nel marzo 1936 si era tenuto il congresso nazionale della CNT con la partecipazione di decine di migliaia di militanti. Nell'attacco portato ai falangisti difensori di [[Huesca]] morì anche [[Antonio Cieri]], l'anarchico che assieme a [[Guido Picelli]] aveva comandato la [[difesa di Parma del 1922]]. Nella [[Francisco Ascaso|Ascaso]] era confluita anche la Colonna Italiana organizzata da [[Carlo Rosselli]] con Berneri ed Angeloni<ref>[http://area7.ch/dettagli.php?id_edizione=708&id_articolo=1144&id_rubrica=&stampa=1&rif=cbbd1eb1e2 colonna Ascaso]</ref>. Per quanto riguarda più particolarmente la Colonna Durruti, va ricordata una figura femminile di gran carisma e peso ovvero [[Simone Weil]]. La breve esperienza della Weil nella guerra di Spagna, che abbandonerà dopo un banale incidente (mise un piede in una pentola d'acqua bollente), rientrava nella sua continua ricerca interiore dettata da una profonda inquietudine che la spingeva a partecipare alle grandi sofferenze dell'umanità e l'aveva portata a legarsi ad organizzazioni operaie ed a gruppi di sinistra molto critici nei confronti del comunismo francese d'osservanza stalinista.
Al momento della guerra di [[Spagna]] la Weil considera l'ideologia anarchica superiore a quella socialista per la sua ricerca della libertà del singolo, a livello individuale pertanto, non solo in un contesto sociale determinato. Diviene pertanto comprensibile la scelta della Weil di arruolarsi come miliziana nella Colonna Durruti. Non per niente il suo pensiero è di vigorosa critica verso tutte le espressioni di potere organizzato, che tendono inevitabilmente a non prendere in considerazione i bisogni del singolo e le richieste provenienti dal basso, ovvero dai lavoratori, che risultano quindi i maggiormente oppressi da tali sistemi. In quel periodo si manifestò quindi una forte volontà di lotta mentre nel contempo la Weil era conscia della miopia delle potenze mondiali che lasceranno scorrere gli avvenimenti, senza intervenire fino alla seconda guerra mondiale, con tutto il proprio tragico contenuto. La solitudine di una lucida consapevolezza e la sconfitta di Spagna la porteranno a sfumare sempre più il proprio impegno a fianco della classe operaia per dedicarsi maggiormente a studi filosofici ed esistenziali connessi anche alla storia delle religioni. Un altro intellettuale di spicco che combatté come miliziano nella Colonna Durruti fu [[Carl Einstein]].
Nella ''Colonna Durruti'', ricordiamo, combatterono con altri gli italiani [[Antoine Gimenez]]<ref>[http://www.plusloin.org/gimenez/article.php3?id_article=228 Antoine Gimenez & Les Giménologues, Les Fils de la nuit. Souvenirs de la guerre d’Espagne, Editions Les Giménologues et L’Insomniaque, Marseille-Montreuil, 2006]</ref> ed Agostino Sette, che sarà il primo caduto (31 luglio 1936) di nazionalità italiana nella guerra di Spagna<ref>Agostino Sette di Stefano ed Ermenegilda Veronese, muratore anarchico, era nato il [[5 dicembre]] [[1902]] a Montagnana (Pd). Da giovane aveva partecipato alla lotta contro le squadre fasciste, conoscendo il carcere e le persecuzioni. Emigrato in
Francia nel [[1924]], e poi, dal [[1934]] in [[Belgio]], venne espulso da quest'ultimo paese. Nel [[1935]] era a [[Marsiglia]], in contatto con ambienti anarchici, e nel marzo dell'anno successivo passò in Spagna stabilendosi a [[Barcellona]]. Nella città catalana era impegnato nel movimento sindacale.
Allo scoppio della sollevazione franchista fu tra i primi volontari ad arruolarsi nella Colonna Durruti. Cadde in combattimento il [[31 luglio]] [[1936]]. Fu il primo italiano che morì lottando per la Repubblica.
Il nipote Tito, anarchico, possiede molto materiale disponibile sullo zio</ref>. Altre fonti danno come primo caduto {{quote|Enrico Dal Bo, un antifascista veneto, arrivato a Melilla da poche settimane, dopo essere stato membro della sezione barcellonese della Lega italiana dei diritti dell'uomo, insieme a Bruno Sereni, ad Anteo Luzzatto, a Giovanni Fassina, ai fratelli Ornella, Lorenzo Musso e a Umberto Calligaris}}<ref>{{cita web|url=http://www.geocities.com/soho/den/7257/numero3/antg2.html|titolo=Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.reocities.com/soho/den/7257/numero3/antg2.html}}</ref> facente parte del [[Brigate internazionali#Il gruppo dei grossetani]].
La Colonna Durruti (diverrà la 26ª Divisione) ebbe successivamente una grossa importanza nella guerra civile spagnola, ed anche ne [[La Retirada]] fu l'ultima formazione antifascista che abbandonò la Catalogna proteggendo in pratica la ritirata verso la Francia dei miliziani e civili antifascisti. La Colonna traeva il proprio nome da [[Buenaventura Durruti]], uno dei dirigenti di spicco della CNT. Tale colonna durante la guerra civile cercò di liberare, dai fascisti di [[Francisco Franco|Franco]], [[Saragozza]], collegamento fra la [[Catalogna]] e i [[Paesi Baschi]] e zona altamente industrializzata con, all'epoca, fabbriche di armi pesanti.
Riga 41:
Durante l'autunno del [[1936]] fu chiesto a [[Buenaventura Durruti]] di spostarsi dal fronte di [[Aragona]] per andare a combattere a [[Madrid]] dove i franchisti con l'appoggio dell'aviazione tedesca e italiana avevano sferrato un massiccio attacco per prendere la città. Nel contempo si passava alla militarizzazione delle Colonne, in senso centralizzato, con disciplina militare ordinaria. Tale processo di "normalizzazione" portò allo smembramento di una di quelle più note, la Colonna Italiana, in cui combatteva [[Carlo Rosselli]]. [[Buenaventura Durruti]] rifiutò la militarizzazione della Colonna e 15 giorni dopo morì a causa di una ferita alla schiena prodotta da una scheggia durante la difesa di Madrid. Secondo i suoi dettami la Colonna né si scompaginò né ridusse la portata del suo intervento politico-militare fino ad arrivare ad essere l'ultima formazione antifascista ad abbandonare la [[Catalogna]] all'inizio del [[1939]].
 
Il [[15 marzo]] [[1937]] nacque l'organismo [[Los Amigos de Durruti]]<ref>[http://www.fdca.it/storico/add/4.htm Los Amigos de Durruti]</ref>, i fondatori furono [[Jaime Balius]], [[Félix Martínez]] e [[Pablo Ruiz]]. L'organismo volle seguire la strada tracciata da Durruti contro la militarizzazione delle Colonne voluta dal governo repubblicano.
Il problema della militarizzazione delle Colonne fu spinoso, soprattutto per quelle anarchiche. Nel libro di [[Pietro Ramella]], ''[[Francesco Fausto Nitti]] l'uomo che beffò Hitler e Mussolini'', è ben descritta la situazione in cui si trovava e la fatica che doveva compiere [[Francesco Fausto Nitti]] per conquistare la fiducia di una colonna anarchica, prima chiamata battaglione della morte, per riorganizzarla militarmente. Dal libro traspare il rispetto che ha il "Maggiore Rosso", per le esigenze degli anarchici che non gradivano tale militarizzazione. Nitti non imponeva, ma spiegava, lasciando in parte le decisioni organizzative ai suoi uomini, riuscendo a creare in tal modo un rapporto di solidarietà e fiducia. In tale formazione venne introdotto solo un ordinamento militare minimo per rendere più efficace il combattimento senza stravolgerne la struttura libertaria del battaglione stesso; questa non era la norma, e spesso la mancanza di militarizzazione di altre colonne poteva creare gravi problemi fra gli antifascisti. L'esempio di Nitti non fu però seguito in altre Colonne, come è stato messo in evidenza da [[Ken Loach]] nel film ''[[Terra e libertà (film)|Terra e libertà]]''. Spesso la militarizzazione veniva a coincidere con un sostanziale smembramento delle formazioni.