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→Biografia: La collaborazione con "Risorgimento Liberale" (1943-1947) |
→Biografia: integrazione (opposizione all'alleanza con l'Uomo Qualunque) |
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Tentò, con scarsa fortuna, anche la via della politica convergendo nel [[Movimento Liberale Indipendente]], costola sinistra del [[Partito Liberale Italiano (1943-1994)|PLI]]. L'avventura durò circa tre anni, quando i due schieramenti si ricomposero sotto le insegne originarie del [[Partito liberale italiano]], di cui fu segretario insieme a Mario Ferrara e a [[Manlio Lupinacci]], chiamati scherzosamente "la Trimurti". [[Indro Montanelli|Montanelli]] li prendeva amabilmente in giro dicendo che, nella sede di via del Pozzetto, a Roma, accettavano l'iscrizione al partito di chiunque sapesse giocare a [[tressette]], stanchi com'erano di giocare sempre "col morto".
Fin dalle origini, collaborò con il quotidiano ''[[Risorgimento Liberale]]'' sorto nell'agosto del 1943, subito dopo la caduta del regime fascista in seguito all'approvazione dell'[[ordine del giorno Grandi]]. La collaborazione con il quotdiano proseguì sino al novembre del 1947,
Dal 1949 al 1951 fece parte della redazione del settimanale [[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]], diretto da [[Mario Pannunzio]], pubblicando articoli di carattere culturale e politico, firmati, questi ultimi, con lo pseudonimo di Averroè <ref name="Diz_Bio"/>. Nel 1952, per alcuni mesi <ref>Dal 1 aprile al 31 ottobre 1952.</ref>, assunse la direzione del quotidiano fiorentino ''[[La Nazione]]'', succedendo a Sandro Volta. Successivamente, fino al 1966, collaborò, su invito di [[Mario Missiroli]], con il ''Corriere della Sera'' <ref name="Diz_Bio"/>. Sulle pagine del quotidiano milanese, ebbe modo di esprimersi contro la cosiddetta ''apertura a sinistra'', ovvero il tentativo di includere il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] nella maggioranza di governo, allontanandolo dall'alleanza con i [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], e contro l'intervento dello Stato nell'economia <ref name="Diz_Bio"/>.
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