Girolamo Mercuriale: differenze tra le versioni

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Dopo aver studiato medicina all'[[Università di Bologna]] ed aver conseguito nel [[1555]] la laurea all'[[Università di Padova]], dove ebbe modo di conoscere personalmente il medico veneziano [[Vettor Trincavella]], seguì a [[Roma]] il ''Gran Cardinale'' [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]]. A causa della sua fama, infatti, i forlivesi lo inviarono come legato presso il papa [[Pio IV]], dove rimase sette anni. Qui Girolamo Mercuriali pare aver composto il suo celeberrimo trattato sulla ginnastica.
 
Fu poi professore di medicina pratica in entrambe le università dove aveva studiato. A Padova, in particolare, tra il [[1569]] ed il [[1587]], trascorse un periodo molto fecondo, in cui scrisse ben dodici libri, alcuni dei quali basati sugli apputni presi dagli studenti durante le lezioni. Si recò poi a [[Pisa]], dove divenne primo medico di [[Ferdinando I de' Medici]] e poté godere di una certa fama come clinico. Curò anche altre importanti personalità del suo tempo, tra cui l'imperatore [[Massimiliano II del Sacro Romano Impero|Massimiliano II]], che lo nominò cavaliere e conte palatino. Merita di essere citato un famoso episodio che vede Girolamo Mercuriale convocato a Venezia insieme a molti altri medici illustri, consultati per decifrare una misteriosa epidemia che colpiva la città<ref>Roy Porter (a cura di), ''Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber Amicorum)'', The Wellcome Institute for the History of Medicine, London, p. 118</ref>. Mercuriale escluse fin dall'inizio un caso di peste, in quanto solo una minima percentuale della popolazione si era ammalata e il contagio restava comunque molto limitato. Dopo una settimana però la malattia ebbe un decorso impressionante, colpendo un terzo della popolazione veneziana tra cui anche alcuni familiari del medico stesso. Sorprendentemente però tale evento non ebbe gravi conseguenze sulla carriera di Mercuriale che, anzi, durante lezioni che tenne nel [[1577]] a proposito della peste, continuò a difendere la sua posizione riguardo loallo sfortunato caso veneziano<ref>Roy Porter (a cura di), op. cit., p. 118</ref>.
 
Nel [[1598]] fece restaurare una cappella dell'[[Abbazia di San Mercuriale di Forlì]], trasformandola in cappella di famiglia, da allora nota come "cappella Mercuriali", dove egli stesso venne sepolto.