Elettrochimica: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m inserimento di {{Thesaurus BNCF}}, discussione |
fix link |
||
Riga 76:
Le applicazioni elettrometallurgica includono l'elettroriduzione e la [[raffinazione elettrolitica]]; grazie all'elettroriduzione vengono prodotti metalli dalla riduzione dei minerali che li contengono (quindi anodo e catodo hanno natura chimica differente), mentre la raffinazione elettrolitica è un processo di purificazione del metallo stesso (quindi anodo e catodo sono costituiti dallo stesso metallo, ma a purezza differente), con il quale si possono raggiungere purezze maggiori del 99,99%.
L'elettroriduzione dell'[[alluminio]] è uno dei processi elettrochimici eseguiti su più vasta scala. Anche i metalli [[base (chimica)|alcalini]], [[metalli alcalino terrosi|alcalino terrosi]] e metalli quali [[titanio]], [[rame]], [[nichel]] e [[cromo]] sono prodotti per elettroriduzione. Questa tecnica si adotta o perché per essi il [[carbonio]] non ha un potere sufficientemente riducente neanche negli [[altoforno|altoforni]], oppure perché è richiesta elevata purezza. In generale, partendo da un [[minerale]] quale fonte, prima di ottenere per via elettrochimica l'[[elemento chimico|elemento]] di interesse è necessario effettuare la [[lisciviazione]] seguita dalla concentrazione e purificazione.
La raffinazione elettrolitica viene utilizzata per purificazione del rame, per estrarre [[uranio]] dalle [[scorie radioattive]] (contenenti impurezze di [[plutonio]], [[cesio (elemento)|cesio]] e [[stronzio]]) o per sottrarre metalli tossici o preziosi dalle [[Corrente materiale|correnti]] di scarto di origine industriale.
|