Battaglia di Avarico: differenze tra le versioni
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Le agitazioni in Gallia non erano ancora finite con l'inverno del [[53 a.C.|53]]-[[52 a.C.]], benché [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] fosse tornato per l'inverno a svolgere le normali pratiche amministrative nella [[Gallia cisalpina]], ed a controllare più da vicino quanto accadeva a [[Repubblica romana|Roma]] in sua assenza. Il primo segnale della coalizione gallica si manifestò quando i [[Carnuti]] uccisero tutti i coloni romani nella città di ''Cenabum'' (la moderna [[Orléans]]). Questo scoppio di violenza fu seguito dal massacro di altri cittadini romani, mercanti e coloni, nelle principali città galliche. Venuto a conoscenza di tali eventi, Cesare radunò rapidamente alcune coorti che aveva reclutato nel corso dell'inverno ad integrazione dell'esercito lasciato a svernare in [[Gallia]] ed attraversò le [[Alpi]], ancora coperte dalle nevi. Le operazioni che seguirono furono condotte con la solita e proverbiale rapidità propria del proconsole romano, fino al ricongiungimento con le truppe lasciate nel cuore della Gallia, ad [[Sens|Agendico]].
Il proconsole romano
[[Vercingetorige]], dopo aver subito tanti insuccessi nel corso di questa campagna, e venuto a conoscenza dei piani del generale romano, decise di cambiare tattica. Propose all'assemblea riunita dei capi della Gallia di impedire ai Romani di approvvigionarsi, facendo "terra bruciata" ovunque Cesare e le sue legioni si fossero dirette.
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