Morte cerebrale: differenze tra le versioni

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Nel '68, in cui la definizione è stata elaborata, non andavano però sviluppandosi solamente i trapianti. Le tecniche diagnostiche avevano fatto progressi tali da mettere a disposizione nuovi strumenti per conoscere meglio le attività del cervello e le fasi della morte umana. Le tecniche di rianimazione erano progredite a livelli tali da poter tenere artificialmente i pazienti in vita molti più casi e molto più a lungo di prima. In questo senso, l'introduzione del concetto di morte cerebrale non viene vista solo come fine e strumentale alla diffusione dei trapianti d'organo. I progressi nelle tecniche di rianimazione ponevano da sé un nuovo problema: se e quando è lecito interrompere le cure di un paziente in stato vegetativo.
 
Dal [[27 febbraio]] a [[1º marzo]] [[1975]], si è tenuto a [[L'Avana]] ([[Cuba]]) il secondo [[simposio]] internazionale sulla morte cerebrale.
 
Il momento centrale ai fini della diagnosi è costituito dal rilievo della cessazione di tutte le funzioni dell'[[encefalo]], secondo la [[legge 578/93]] del [[29 dicembre]] [[1993]]: ''Norme per l'accertamento e la certificazione di morte'', [[Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana|GU]] n. 5 dell'[[8 gennaio]] [[1994]].<br/>
Solo allora sarà del tutto inutile continuare a prestare [[Assistenza sanitaria|assistenza]] a colui che ormai è un cadavere, a meno che non sussistano esigenze in materia di [[Trapianto di organi|trapianto]].
 
Nella [[legge 644/75]] del [[2 dicembre]] [[1975]] si dice testualmente che
{{quote|l'accertamento della morte deve essere effettuato, [...]<br/> mediante il rilievo continuo dell'[[elettrocardiogramma]] protratto per non meno di venti minuti primi}}
Si parla quindi di ''cardiogramma'', poiché viene da sé che un encefalo non ossigenato per venti minuti muore. <br/>Stessa cosa nel [[DPR 285/90]] e nella GU n. 245 del [[19 ottobre]] 1994.
 
==Accidenti cerebrali==
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===Chiesa cattolica===
La Chiesa cattolica non ha una posizione ufficiale in materia. [[Giovanni Paolo II]] ha fatto delle importanti considerazioni in occasione del 18º congresso internazionale della ''Transplantation Society'', il [[29 agosto]] [[2000]].
 
Nel documento dichiara che la morte avviene con la separazione dell'anima dal corpo, per cui è un evento non misurabile con nessuna tecnica scientifica. Ciò apre a una molteplicità di definizioni di morte, e potenzialmente al concetto di morte cerebrale. La scienza non è in grado di rilevare l'istante esatto della morte, ma quando una persona è ormai inevitabilmente prossima a tale evento.