Gaetano Barba: differenze tra le versioni

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Gaetano Barba è menzionato il 23 luglio 1752 nell’elenco dei cittadini ai quali si rilascia il passaporto per uscire dal Regno di Napoli (ASN, Segreteria di Stato di Casa Reale, fs. 1257, Elenco giornaliero dei cittadini nazionali e stranieri ai quali è stato concesso il passaporto). E' altamente probabile che abbia soggiornato a Roma, data la profonda conoscenza dell'architettura romana che si esplicita nella sua produzione.
 
Nel 1755 il Barba è attivo nella villa del marchese Paternò al Ponte di San Rocco, fuori Napoli, dove accomoda “ad uso di provido padre di famiglia” la casa presa in affitto da Teodoro Davel, mercante svizzero. Nella stessa villa, secondo la ricostruzione proposta da Marco di Mauro, interverrà dopo il terremoto del [[1805]] per restaurare la facciata.
 
Il 3 gennaio 1755 viene pagato per il disegno dell’antiporta, della cantoria e dell’organo della cattedrale di Giovinazzo.
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Dal [[1768]] fu ingegnere ordinario della certosa di [[Padula]] e fino al [[1772]] fu operativo nella certosa con i lavori alla Scala della biblioteca e del chiostro. Dopo due anni fu ingegnere ordinario presso [[Chiesa di Sant'Agostino alla Zecca|Sant'Agostino alla Chiesa]]. Nel [[1769]] fu insieme a [[Carlo Zoccoli]] e [[Bartolomeo Vecchione]] come ingegnere perito sul quale presentò una relazione sul dissesto della facciata di [[palazzo Ricca]], sede del Monte dei Poveri in via Tribunali. Nel [[1772]] la facciata del palazzo fu realizzata su suo disegno.
 
Nel [[1775]] fu l'autore di [[Caserta#Palazzo_Paternò|Palazzo Paternò]] a Caserta, voluto dal marchese Lorenzo [[Paternò]] per il figlio Vincenzo che venne nominato Ministro della Guerra. Fu molto attivo anche a [[Marcianise]] dove realizzò diversi interventi, diresse i lavori di costruzione di diverse strade ed acquedotti e progettò la Fontana dei Delfini a Marcianise. Dalla metà degli [[anni 1760|anni sessanta]] fino agli [[anni 1790|anni novanta]] del [[XVIII secolo]] fu operativo a più riprese a [[Giugliano in Campania]] dove fornisce progetti per la chiesa di Santa Maria della Purità, il Palazzo Marzano e la [[Chiesa dell'Annunziata (Giugliano)|chiesa dell'Annunziata]]. Fu incaricato, nel [[1782]], dal ''Tribunale delle Fortificazioni'' di realizzare i disegni e le relazioni riguardo al progetto di [[Palazzo Medici di Ottaviano]]. Dal [[1780]] al [[1787]] diresse alcuni lavori per il monastero di [[Chiesa di San Pietro a Majella|San Pietro a Majella]]. Nel [[1786]] realizzò il restauro di Palazzo d'Arianello a largo Donnaregina ed eseguì una relazione sul restauro della [[Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro]] in competizione con [[Pompeo Schiantarelli]]. Tra il [[1792]] e il [[1798]], insieme a [[Francesco Maria Cappelli]] e [[Carlo Vanvitelli]], fu impegnato come direttore dei lavori della [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Napoli)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]. Negli ultimi anni della sua vita fu assistito dal figlio [[Bernardo Barba|Bernardo]], che subentra subentrò al padre nelle cariche di architetto ordinario del monastero di San Giuseppe a Pontecorvo, del Monte di Manso e del Banco dei Poveri e, presumibilmente, nel [[1805]] restauro di [[Villa Paternò ora Faggella|Villa Paternò]].
 
==Bibliografia==