Bartolomeo Merelli: differenze tra le versioni

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Dal [[1829]] al [[1850]], Merelli amministrò il Teatro alla Scala, inizialmente con altri (tra i quali spiccava [[Domenico Barbaia]]) e poi da solo dal [[1835]]. Durante questo periodo, egli fu responsabile nel [[1831]] dell'organizzazione della prima della ''[[Norma (opera)|Norma]]'' di [[Vincenzo Bellini]]<ref name=Rosselli /> e poi di moltissime opere di Donizetti (come ad esempio ''[[Ugo, conte di Parigi]]'', ''[[Lucrezia Borgia (opera)|Lucrezia Borgia]]'', ''[[Maria Stuarda]]'' e ''[[Gemma di Vergy]]'') come di [[Saverio Mercadante]] (''[[Il giuramento]]'' ed ''Il bravo'').
 
Malgrado l'amicizia di Donizetti con Merelli, il compositore si lamentò sovente delle iniziative che l'impresario prendeva sulle sue opere.<ref name=JB206>Budden, p. 206.</ref> Egli si risentì in particolar modo nel settembre del [[1839]] quando scoprì che Merelli, senza consultarlo, stava montanomontando una produzione del ''[[Gianni di Parigi]]'' che, pur essendo stato composto tra il [[1828]] ed il [[1832]], non era mai apparso sul palcoscenico. Il 6 settembre Donizetti manifestò una viva protesta, ma era ormai troppo tardi e la ''prémiere'' dell'opera partì e rimase senza input da parte del compositore.<ref>Commons 2011, pp. 50–51.</ref> Successivamente, Donizetti ebbe nuovamente modo di questionare con Merelli dopo alcune produzioni insoddisfacenti delle sue opere al Kärntnertor Theatre.<ref name=Rosselli />
 
Nel frattempo, nella primavera del [[1839]], Merelli aveva chiamato [[Giuseppe Verdi]], che si trovava in un periodo cupo e improduttivo della sua vita, per rappresentare l' ''[[Oberto (opera)|Oberto]]'', e dopo aver ottenuo un successo della musica da parte dei principali cantanti della Scala come [[Giuseppina Strepponi]] e [[Giorgio Ronconi]] che accettarono di prendere parte alla rappresentazione, egli offrì il palcoscenico della Scala per la stagione successiva. Verdi accettò questa occasione incredibile, l'opera ebbe un discreto successo e [[Giovanni Ricordi]] si accaparrò i diritti di pubblicazione dello spartito. Merelli stesso diede una mano a Verdi nella composizione suggerendogli di comporre una scena e un quartetto per l'atto II, scena 2.<ref>Budden 1973, pp. 47 and 60.</ref>