Morgia Sant'Angelo: differenze tra le versioni

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[[File:Part.-leonessa-ISA.jpg|thumb|277px|Morgia Sant'Angelo o "Leonessa".]]
La '''Morgia Sant'Angelo''' è un imponente macigno di pietra sito nel comune di [[Cerreto Sannita]], denominato anche "leonessa" per la curiosa somiglianza a [[Panthera leo|tale felino]]. È l'unico [[masso erratico]] di tali dimensioni presente nell'[[Italia]] [[Penisola italiana|peninsulare]]. Sede di un insediamento umano fin dalla [[Preistoria]], fu adibita a luogo di culto intorno al [[700|700 d.C]] da [[Longobardi|popolazioni longobarde]], che dedicarono la [[grotta]] a [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]]. Il culto rimase vivo anche dopo la fine della dominazione longobarda e nel [[1524]] vi fu sepolto il [[Diocesi_di_Cerreto_Sannita-Telese-Sant'Agata_de'_Goti#Diocesi_di_Telese_o_Cerreto|vescovo di Telese]] mons. [[Biagio Caropipe]]. La grotta fu successivamente utilizzata anche a scopi profani, quale ricovero delle [[greggePastorizia|greggi]], e si scelse di trasferire le spoglie del vescovo nella [[Cattedrale di Cerreto Sannita]].
 
==Storia==
Il territorio circostante la ''morgia'' fu abitato sin dalla [[preistoria]] come testimoniano i risultati di alcuni scavi archeologici realizzati alla fine del [[XIX secolo]]. In un primo scavo ([[1882]]) fu rinvenuto un sarcofago costituito da lastroni di tufo grigio al cui interno c'erano una lancia in [[bronzo]], dei pezzi di legno bruciato, dei frammenti di ossa, un'ascia, delle punte di lance e un vaso cinerario posto ad un angolo del sarcofago. In un successivo scavo condotto dall'antropologo Abele de Blasio nel [[1896]] furono trovate: una punta di lancia [[silice|silicea]]a di colore chiaro; un [[raschiatoio]]; dei frammenti di ossa di ''[[Bos taurus]]'', di ''[[Ovis aries]]'' e di ''[[Sus scrofa]]''; dei frammenti di cocci lavorati a mano ma scarsamente cotti. Furono scoperti anche i resti di un [[forno]] arcaico a conferma della tesi che l'uomo neolitico sapeva preparare, manipolare e cuocere l'[[argilla]].<ref>{{cita|Vigliotti|p. 11.}}</ref>
 
L'importanza strategica del sito, l'ampio panorama che spazia nelle vallate sottostanti, la presenza di numerosi fonti d'acqua e il ricovero offerto dalla grotta in caso di intemperie, furono i motivi che spinsero i [[sanniti]] ad utilizzare la ''leonessa'' come importante punto di avvistamento a difesa dei loro territori.<ref>{{cita|Russo|p. 45.}}</ref>