Dichiarazione Balfour (1917): differenze tra le versioni

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[[File:Balfour declaration unmarked.jpg|thumb|Dichiarazione Balfour]]
La '''dichiarazione Balfour''' del [[2 novembre]] [[1917]] è documento ufficiale della politica del [[governo]] britannico in merito alla spartizione dell'[[Impero Ottomano]] all'indomani della [[prima guerra mondiale]].<ref>C. Klein, ''Israele. Lo Stato degli ebrei'', Firenze, Giunti Editore, 2000</ref>
Si tratta di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri inglese [[Arthur Balfour]] a [[Lionel Walter Rothschild|Lord Rothschild]], inteso come principale rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente del movimento [[sionista]], con la quale il governo britannico affermava di guardare con favore alla creazione di un focolare ebraico in Palestina. Tale posizione del governo emerse all'interno della riunione di gabinetto del 31 ottobre 1917.<br>
La Dichiarazione Balfour successivamente fu inserita all'interno del [[Trattato di Sèvres]] che stabiliva la fine delle ostilità con la [[Turchia]] e assegnava la [[Palestina]] al [[Regno Unito]] (successivamente titolare del [[Mandato britannico della Palestina|Mandato della Palestina]]).<br>
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La sua celebre dichiarazione a favore degli ebrei in Palestina ebbe un'origine curiosa. Nell'estate dei 1915 il problema dell'acetone - elemento essenziale nel processo di fabbricazione della cordite - era divenuto inquietante per il fatto che la domanda eccedeva di gran lunga la produzione. Né avremmo saputo come risolverlo se un professore ebreo dell'università di Manchester, il clinico Weizmann, da me [Lloyd George] incitato a studiare il problema, non fosse riuscito a trarre l'acetone dal granoturco. Eliminate così le nostre difficoltà grazie al genio del dott. Weizmann io gli dissi: «Lei ha reso un grande servizio allo Stato ed io vorrei proporre al Primo Ministro di raccomandarla a Sua Maestà per una onorificenza». Egli rispose: «Io non desidero nulla per me». E io di rimando: «Ma non c'è nulla che noi possiamo fare in riconoscimento del preziosissimo aiuto che lei ha dato al paese?» Egli replicò: «Sì, vorrei che si facesse qualche cosa per il mio popolo». E quindi spiegò che il suo ideale era di riportare gli ebrei in Palestina. Appena io divenni Primo Ministro ne parlai a Balfour che era allora ministro degli Esteri. Come uomo di scienza Balfour mostro il più vivo interesse per quanto aveva fatto il dott. Weizmann. Glielo presentai e il risultato della loro conversazione fu, dopo un lungo studio, la famosa «dichiarazione Balfour» che divenne la ''magna charta'' del movimento sionista.<ref>Lloyd George, ''Memorie di guerra'', vol. 1, Mondadori, 1933, p. 446.</ref>
 
Secondo [[Benjamin Harrison Freedman]] invece, i motivi che portarono il governo britannico a prendere questo impegno, furono un riconoscimento dell'opera di convincimento, fatta da influenti sionisti americani, presso il governo statunitense per farlo entrare in guerra a fianco dell'Inghilterra.
Un altro probabile motivo che potrebbe aver spinto il governo britannico a guardare con favore alla creazione di una ''National home'' ebraica in Palestina fu dovuto alla necessità di attirare a sé le comunità ebraiche tedesche, portandole ad appoggiare il governo di Londra e svigorendo l'avversario.
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L’insediamento di una comunità ebraica in una [[Palestina]] araba avrebbe, inoltre, rafforzato il ruolo arbitrale della [[Gran Bretagna]] nella regione (già assegnato con gli accordi di [[Accordi Sykes-Picot]] del  [[1916]] ) in vista di una spartizione dei territori dell’ex [[Impero Ottomano]]: come avverrà con il [[Mandato]] della [[Società delle Nazioni]] nel [[1922]].
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L’ambiguità intenzionale della definizione, che non alludeva a un vero Stato indipendente, non impedì la nascita di forti correnti di immigrazione ebraiche in Palestina ([[aliyah]]), coordinate dall’Agenzia ebraica, anche sotto la spinta delle ricorrenti persecuzioni antisemite e dei pogrom in Europa orientale. Agli occhi del mondo ebraico, infatti, la dichiarazione apparve come l’autorizzazione che molti aspettavano per poter compiere una migrazione legale in Palestina.