Ponte alla Vittoria: differenze tra le versioni

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L'allora ponte sospeso, realizzato in metallo, fu ornato da quattro pilastri, ognuno dei quali era sormontato da un solenne leone in marmo e posto ad uno dei vertici del ponte, in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]], perfettamente in linea con la sua epoca.
 
Quando il ponte fu disfatto per essere modificato, due dei quattro leoni furono spostati e oggi si trovano all'imbocco del viale di [[Villa di Poggio Imperiale|Poggio Imperiale]], presso [[Porta Romana (Firenze)|porta Romana]], mentre gli altri due sono stati collocati nelle vicinanze del ponte, lungo il [[parco delle Cascine]].
 
All'epoca della sua costruzione, il ponte rappresentava una sorta di dogana e per il suo attraversamento veniva richiesto un pedaggio fino al [[1914]] quando, in seguito a svariati tumulti, i dazi da pagare vennero modificati: [[Pedone (codice della strada)|pedoni]] gratis; [[Ovis aries|pecore]] e [[Sus domesticus|maiali]] un centesimo a capo; [[Equus caballus|cavalli]] e [[Bos taurus|mucche]] 5 centesimi; infine le "vetture automobili", 40 centesimi.
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La [[prima guerra mondiale]] bloccò il rifacimento, su progetto dell'ingegner Tognetti, per il nuovo ponte delle Cascine. La [[battaglia di Vittorio Veneto]] sancì la fine della guerra e fu da spunto per riprendere la ristrutturazione del ponte, intitolato patriotticamente alla Vittoria. In effetti, più che di un rifacimento si trattò di una nuova costruzione che sorse parallela alla precedente, che venne demolita dopo l'inaugurazione della nuova struttura nel [[1932]].
 
Come tutti gli altri ponti di [[Firenze]], ad eccezione del [[Ponte Vecchio]], anche questo ponte fu minato e fatto brillare dai tedeschi in ritirata il [[4 agosto]] del [[1944]].
 
Vista la posizione da sempre strategica, l'amministrazione militare dette ordine di ricostruire il ponte che assunse le sembianze attuali con la struttura in cemento armato, i parapetti in bronzo e le tre arcate.