SVT-40: differenze tra le versioni

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|Organi di mira=mire metalliche (stile AK), ottica PU da 3,5 ingrandimenti
|note=
|Ref=World Guns.ru<ref>http://world.guns.ru/rifle/autoloading-rifles/rus/tokarev-svt-3-svt-40-e.html</ref>
|Ref=<ref name="kehaya_ezell">Produzione totale di 5,823,795 secondo due fonti {{Cita libro |titolo= The SKS Carabine (CKC45g) | autore = Steve Kehaya |coautori= Joe Poyer |anno= 1996 |editore= North Cape Publications, Inc. |id=ISBN 1882391144 |pagine= 10 |pagine= 226 |edizione = 4th}}{{Cita libro |titolo= Small Arms of the World: A Basic Manual of Small Arms | autore = Edward Clinton Ezell |anno= 1983 |editore= Stackpole Books |id=ISBN 0811716872 |pagine= 894 |edizione = 12th}}</ref>
}}
L’'''SVT-40''' (in russo '''Самозарядная винтовка Токарева, образец 1940 года''', ovvero ''fucile autocaricantesemiautomatico Tokarev modello 1940'') è un fucile a ripetizione utilizzato dall’[[Armata Rossa]] durante la [[Seconda Guerra mondiale]]. L’intenzione era quella di farne il nuovo fucile d’ordinanza dell’esercito sovietico, ma l’invasione tedesca del 1941 e lo scarso numero di esemplari presenti costrinse gli alti comandi a tornare all’uso del vecchio Mosin Nagant. Dopo la guerra il modello venne ignorato in favore dei più affidabili e moderni [[Simonov SKS|SKS]] e [[AK-47]].
 
==SVT-38==
[[File:SVT-38 - Ryssland - AM.045576.jpg|thumb|left|SVT-38]]
Il progetto per il fucile venne fuori negli anni ’30 quando Fëdor Tokarev tentò di creare un fucile semiautomatico operato a gas. Stalin mostrò un grande interesse per i fucili semiautomatici e nel 1935 venne bandito un concorso per scegliere il nuovo fucile. Uscì vincitore Sergei Gavrilovich Simonov, e la sua arma venne ufficialmente messa in servizio nel 1936 con la designazione AVS-36.
 
Tuttavia, i problemi del nuovo fucile divennero presto evidenti, e un nuovo concorso venne bandito. Stavolta venne scelto il fucile di Tokarev, e la produzione cominciò con la designazione SVT-38. La produzione cominciò a Tula nel luglio 1939 (alla Izhmash solo qualche mese più tardi)<ref name="nuggets">[http://www.mosinnagant.net/USSR/svt401.asp The Red Army's Self Loading Rifles: A Brief History Of The Tokarev Rifles Models of 1938 and 1940. By Vic Thomas Of Michigan Historical Collectables]</ref>.
 
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[[File:1940 Tula SVT40.jpg|thumb|SVT-40]]
L’SVT 38 vide la sua prima prova di combattimento nella guerra d’inverno del 1939-40 con la [[Finlandia]]. La reazione iniziale della truppe al nuovo fucile fu negativa, infatti il fucile era troppo lungo, scomodo, difficile da mantenere e il caricatore scivolava fuori dall’arma. La produzione dell’SVT-38 fu introdotta nell’Aprile 1940 dopo 150.000 esemplari. Subito dopo, entrò in produzione l’SVT-40. Era più raffinato, leggero e dotato di un sistema di trattenimento del caricatore. Il paramano era costituito ora in un singolo pezzo e l’arma era dotata di astina per la pulizia (alloggiata sotto la canna). Altre semplificazioni furono volte a velocizzarne la produzione in serie. La prima fabbrica a produrre l’arma fu la Tula nel Giugno 1940, seguita a ruota da Ishevsk e Podolsk.
 
La produzione del [[Mosin-Nagant|Mosin-Nagant M91/30]] non cessò e anzi rimase l’arma principale dell’esercito sovietico, mentre l’SVT-40 veniva fornito agli ufficiali. Dato che le fabbriche avevano già avuto esperienza con l’SVT-38 la produzione del nuovo fucile si presentò subito più rapida, con 70.000 esemplari costruiti nel 1940.
 
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[[File:SVT 1858.jpg|thumb|Un SVT-40 russo, prodotto a Tula nel 1941.]]
Dopo la guerra, gli SVT rimanenti furono ritirati dal servizio attivo e riconvertiti negli arsenali, quindi stoccati. Armi più avanzate, quali l’AK-47, la carabina SKS e il più tardo Dragunov, resero ormai obsoleto l’SVT che venne definitivamente ritirato dal servizio nel 1955. Solo pochi esemplari vennero esportati nei paesi alleati dell’URSS: furono usati, ad esempio, a Cuba durante la rivoluzione. La Finlandia ritirò l’SVT nel 1958 e circa 7.500 fucili vennero venduti per il mercato civile americano attraverso la Interarms. In Unione Sovietica i fucili vennero tenuti da parte fino agli anni ’90 quando si decise di venderli come surplus bellico. Il fucile è molto amato dai collezionisti per la facilità di reperimento del munizionamento, una discreta estetica, valore storico non indifferente e il rinculo non troppo forte in sparo.
 
Nonostante il suo breve servizio, l’SVT fu un’arma prolifica nel fronte orientale durante la guerra e fornì l’ispirazione per diversi fucili sia durante che dopo la guerra. Il G-43 tedesco venne pesantemente influenzato dall’SVT-40 sovietico così come la carabina SKS di Simonov nel dopoguerra. Il [[FN FAL|FAL]] (e anche il suo predecessore, l’FN-49) utilizzavano un sistema di chiusura e azionamento simile a quello dell’SVT, sebbene come già detto, la cosa sembra essere una pura coincidenza. La causa più significativa che portò all’abbandono dell’SVT-40 non furono i difetti meccanici, tutti i fucili semiautomatici dell’epoca ne avevano, ma il fatto che nello stesse tempo impiegato a produrre un SVT si potevano produrre diversi esemplari di altre armi altrettanto efficaci (soprattutto in un paese che aveva una richiesta di armi enorme come l’Unione Sovietica).