Storia della Sicilia angioina: differenze tra le versioni

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{{voce principale|Storia della Sicilia}}
[[ImmagineFile:Saluto.jpg|thumb|right|300 px|''Saluto'' d'argento di Carlo I]]
 
Il dominio francese degli '''Angioini in Sicilia''', durò dal [[1266]], quando lo svevo [[Manfredi di Sicilia]], figlio naturale di [[Federico II del Sacro Romano Impero]], venne sconfitto e fu ucciso, a Benevento da [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]], fratello del re di Francia. Ma il dominio angioino in [[Sicilia]] ebbe breve durata e si concluse già nel [[1282]] con la rivolta dei [[Vespri siciliani]] e la conquista aragonese.
 
==Storia==
Alla fine della dinastia degli Hohenstaufen, nel [[1266]] la Sicilia venne assegnata dal [[Papa]], che considerava l’isola patrimonio della [[Stato Pontificio|Chiesa]], a [[Carlo I d'Angiò]]; Il 17enne Corradino di Svevia tentò di riconquistare il regno nel 1268, ma fu sconfitto nella Battaglia di Tagliacozzo e decapitato.
 
In Sicilia, roccaforte svevo-normanna, la situazione si fece ben presto particolarmente critica per una generalizzata riduzione delle libertà dei baroni ed una opprimente politica fiscale.
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Catania fu uno dei centri delle rivolte contro gli [[angioini]]: i catanesi, che avevano subito ingiustizie, sfruttamenti ed erano stati danneggiati economicamente dalla chiusura dei porti della città, contribuirono validamente al rovesciamento della “mala signoria”. I più importanti nomi che animarono la rivolta a Catania furono quelli di [[Palmiero]], abate di [[Palermo]], [[Gualtiero da Caltagirone]], [[Alaimo da Lentini]] e [[Giovanni da Procida]]. Quest’ultimo nel [[1280]], travestito da monaco, si recò dal [[papa Niccolò III]], dall’imperatore di Bisanzio [[Michele VIII di Bisanzio|Michele Paleologo]] e dal re [[Pietro III d'Aragona]], per chiedere: al papa di non appoggiare Carlo d’Angiò in caso di rivolta; all’imperatore Michele l’appoggio esterno contro il nemico comune; e al re d’Aragona di far valere il suo diritto al trono di Sicilia in quanto marito di Costanza figlia di Manfredi, l’ultimo degli Hohenstaufen.
 
[[ImmagineFile:PedroIII.jpg|thumb|300px|Pietro III di Aragona.]]
Nel frattempo i siciliani avevano offerto la corona di Sicilia a [[Pietro III d'Aragona]], marito di Costanza, figlia del defunto Re Manfredi di Svevia, trasformando l'insurrezione in un conflitto politico fra Siciliani ed [[Aragonesi]] da un lato e gli [[Angioini]], il Papato, il [[Regno di Francia]] e le varie fazioni guelfe dall'altra.
Nell'estate del [[1282]] Messina fu posta sotto assedio da [[Carlo I d'Angiò]], consapevole che non avrebbe mai potuto avanzare all'interno della Sicilia se non dopo aver espugnato la città sullo stretto. L'assedio durò fino a tutto il mese di settembre, ma la città non fu espugnata.
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===I Vespri===
{{vedi anche|Vespri siciliani}}
Nel [[1282]] i moti meglio conosciuti come “[[Vespri siciliani]]” posero fine al dominio dell’isola da parte della dinastia francese. Appena scoppiò la rivolta in Sicilia, la flotta aragonese, sbarcata il 30 agosto a Trapani, era già a Palermo e l’occupazione della città da parte di Pietro III dava così inizio alla dominazione degli [[Aragonesi]] in Sicilia ([[1282]]-[[1410]]).
Il [[26 settembre]] 1282, Re Carlo, sconfitto, fece ritorno a [[Napoli]].
 
Al largo di [[Malta]], l'[[8 giugno]] [[1283]] si affrontarono per la prima volta la flotta aragonese-siciliana di Ruggero di Lauria e quella angioina. L'ammiraglio Ruggero inflisse un duro colpo agli angioini, che furono costretti alla fuga.
 
{{StoriaSiciliana}}