Apocalisse nel deserto: differenze tra le versioni

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|immagine =
|didascalia =
|paese = [[Francia]]
|paese2 = [[Regno Unito]]
|paese3 = [[Germania]]
|annouscita = [[1992]]
|durata = 52 min
|tipocolore = colore
|tipoaudio = sonoro
|ratio = 1,77:1
|genere = documentario
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== Produzione ==
L'[[Iraq]] di [[Saddam Hussein]] invade il [[Kuwait]] il [[2 agosto]] [[1990]]. In poco meno di due mesi, gli [[Stati Uniti]] di [[George H. W. Bush|Bush]] sotto l'egida dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] ricacciano l'armata irachena dal Kuwait, liberandolo, con quella che prenderà il nome di prima [[Guerra del Golfo]]. In segno di ritorsione però, gli iracheni durante la ritirata incendiano i pozzi di petrolio del deserto kuwaitiano.
 
Le immagini di centinaia pozzi di petrolio incendiati nel deserto fanno il giro del mondo.
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I [[geyser]] di petrolio che si vedono nel documentario, sputano fuoco a trecento piedi nel cielo con una pressione tale da provocare un rumore paragonabile a quattro [[Boeing 747|Jumbo]] che decollano all'unisono.
 
Il film è stato coprodotto dall'unica [[pay tv]] tedesca, la Première di [[Amburgo]], in collaborazione con la francese [[Canal+]] e la ITEL.
 
La prima proiezione avvenne al [[Festival di Berlino]] il [[21 febbraio]] [[1992]] mentre il successivo [[27 febbraio]] il film fu trasmesso sul canale tedesco a pagamento Première.
 
== Colonna sonora ==
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A proposito del concetto di "Verità intensificata", espresso più volte dal regista, sono illuminanti alcune sue dichiarazioni rilasciate successivamente: "''L'incipit del film ... attribuito a [[Blaise Pascal|Pascal]], in realtà è inventato. Mi piace fare queste cose, io sono un narratore e non un documentarista tradizionale''" e prosegue: "''Dopo la citazione la voce off afferma «maestose catene di montagne, nubi, la terra avvolta dalla foschia». In realtà ho filmato cumuli di polvere e terra formatosi dal passaggio degli autocarri. Queste "catene di montagne" erano alte poco più di qualche centimetro!''"<ref>da ''Herzog on Herzog'', 2002</ref>
 
Inoltre, nel finale del film, il gesto dell'uomo che lancia una fiaccola riaccendendo la fiamma su un pozzo petrolifero appena spento con enorme fatica, fa sorgere più di un interrogativo. L'affanno di quegli uomini intenti a spegnere le fiamme è lo stesso che li spinge a riaccenderli, perché non concepiscono lo stare senza? È questa una chiave di lettura anche per lo stato delle cose attuali?
 
Sorge poi il dubbio che quel gesto non potesse essere ripreso senza un preventivo accordo tra il regista e gli stessi protagonisti. La qual cosa sarebbe sufficiente per compromettere definitivamente la classificazione dell'opera come documentario. Oltre a questo va sottolineato che del conflitto bellico all'origine di tutto quanto viene mostrato, non viene fornito alcun riferimento storico, né geografico. Forse perché superfluo, o forse perché uno dei [[leitmotiv]] del film è l'ambiguità, del vedere, dell'ascoltare, della percezione. Astrazione confermata dalla narrazione musicale, totalizzante. Tutti elementi già presenti nel precedente ''[[Fata Morgana (film 1971)|Fata Morgana]]'' ([[1971]]) e ripresentati nel successivo e più esplicito ''[[L'ignoto spazio profondo]]'' ([[2005]]).