Ordine degli agostiniani scalzi: differenze tra le versioni
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L<nowiki>'</nowiki>'''Ordine degli Agostiniani Scalzi''' (in [[lingua latina|latino]] ''Ordo Augustiniensium Discalceatorum'') è un [[istituto religioso]] maschile [[di diritto pontificio]]: i frati di questo [[ordini mendicanti|ordine mendicante]] pospongono al loro nome la [[Sigle degli istituti di perfezione cattolici|sigla]] '''O.A.D.'''<ref name="AP">''Ann. Pont. 2010'', p. 1435.</ref>
Gli agostiniani scalzi sorsero a [[Napoli]] a opera di Ambrogio Staibano; traggono le loro origini dalla congregazione di [[Centuripe|Centorbi]] degli [[Ordine di Sant'Agostino|eremitani di Sant'Agostino]], dai quali vennero separati il
[[Papa Clemente VIII]] li approvò come congregazione riformata all'interno dell'ordine agostiniano con [[breve apostolico|breve]] ''Decet Romanum Pontificem'' del
Pur godendo di ampia autonomia, gli scalzi rimasero a lungo giuridicamente uniti all'ordine eremitano: furono riconosciuti come ordine autonomo il
== Cenni storici ==
=== Origini ===
[[File:Chiesa inferiore.jpg|thumb|Il refettorio del convento degli scalzi di Santa Maria della Verità, uno dei primi dell'ordine]]
Nel [[1517]] il sacerdote Filippo Dulcetti si ritirò per condurre vita eremitica sul monte Scalpello, presso [[Centorbi]]. Negli anni successivi, si unirono a lui numerosi eremiti ma, con la lettera apostolica ''Lubricum vitae genus'' del
Tra i dodici compagni di Andrea del Guasto che diedero inizio alla congregazione di Centorbi era lo [[Spagna|spagnolo]] Andrea Díez, di [[Siviglia]], che ricevette l'incarico di aggregare nuovi conventi e romitori alla congregazione: a Díez si affiancarono i frati Andrea Staglietta e Ambrogio Staibano, del convento napoletano di Santa Maria all'Olivella.<ref name="mc15">M. Campanelli, ''op. cit.'', p. 15.</ref> Proprio a [[Napoli]], a opera di Ambrogio Staibano, per smembramento dalla congregazione degli eremiti di Centorbi, sorse la congregazione dei frati Scalzi di sant'Agostino del Regno di Napoli, riconosciuta con il decreto ''Cum Ordinis nostri'' emesso il
In seguito i [[Ordine degli Agostiniani Recolletti|recolletti]] di Spagna cercarono di attribuirsi il merito di aver dato origine agli scalzi tentando di dimostrare la provenienza di padre Díez dal loro convento di [[Talavera de la Reina]]: tale tesi, ripresa da alcuni studiosi (Disdier, Wan Luijk)<ref>M.Th. Disdier, ''Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques'', vol. V (1931), coll. 587-588.</ref><ref>B.A.L. Wan Luijk, ''L'ordine agostiniano e la riforma monastica dal Cinquecento alla vigilia della rivoluzione francese'' (Leuven 1973), pp. 79-81.</ref> è da ritenersi priva di fondamento perché Díez vestì l'abito agostiniano ed emise la sua professione tra gli eremiti di Centorbi, né i recolletti ebbero mai l'autorizzazione di trapiantare la loro riforma in Italia.<ref>M. Campanelli, ''op. cit.'', pp. 13-14.</ref>
[[Papa Clemente VIII]], che già nel [[1595]] aveva approvato la congregazione degli agostiniani scalzi di [[Francia]],<ref>Oltre che in [[Italia]], esistevano congregazioni riformate di frati agostiniani scalzi, l'una indipendente dall'altra, anche in [[Francia]], [[Spagna]] e [[Portogallo]] (cfr. I. Barbagallo, DIP, vol. I [1974], col. 408).</ref> concesse l'approvazione papale agli scalzi di Napoli con il breve ''Decet Romanum Pontificem'' del
=== Espansione ===
I primi conventi della congregazione, quelli sorti negli ultimi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]], furono quelli napoletani di Santa Maria dell'Olivella, di Santa Maria delle Grazie alla Renella e di [[Chiesa di Santa Maria della Verità|Santa Maria della Verità]], quelli [[roma]]ni dei [[Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros|Santi Pietro e Marcellino]] e di [[chiesa di San Paolo alla Regola|San Paolo alla Regola]], quello [[Genova|genovese]] di [[Chiesa di San Nicola da Tolentino (Genova)|San Nicola da Tolentino]] e quelli di [[Tarquinia|Corneto]], [[Rieti]], [[Somma Vesuviana]] e [[Monte Miletto]], ma vennero tutti presto abbandonati a eccezione di quelli di San Nicola di Tolentino (fondato nel [[1596]]) e di Santa Maria della Verità (sorto nel [[1597]]).<ref>M. Campanelli, ''op. cit.'', pp. 19-20.</ref>
Il
Nel [[1650]], all'epoca dell'inchiesta ordinata da [[papa Innocenzo X]] sugli ordini religiosi, la congregazione contava 51 conventi e 945 frati.<ref>M. Campanelli, ''op. cit.'', p. 19.</ref> Nuovi conventi furono fondati nella seconda metà del Seicento, ma non al ritmo incalzante che aveva caratterizzato la prima metà del secolo.<ref>M. Campanelli, ''op. cit.'', p. 157.</ref>
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Gli agostiniani scalzi si dedicarono anche alla cura d'anime e alla predicazione, ambito in cui si distinse soprattutto padre [[Abraham a Sancta Clara]], forse il più celebre esponente dell'ordine, ritenuto uno dei più grandi talenti oratori della [[Germania]].<ref>I. Barbagallo, DIP, vol. I (1974), col. 412.</ref>
Gli studi, per spirito di umiltà, non furono mai particolarmente coltivati: uno dei principali centri di studio fu il collegio napoletano di Santa Maria della Verità, arricchito da [[papa Benedetto XIV]] di numerosi privilegi (breve ''Nihil magis'' del
I primi missionari dell'ordine partirono nel [[1697]] dal convento romano di [[Chiesa di Gesù e Maria (Roma)|Gesù e Maria]]: per tutto il [[XVIII secolo|Settecento]] gli agostiniani scalzi operarono nel [[Tonchino]] e in [[Cina]], dove ebbero un ruolo notevole dopo la soppressione della [[Compagnia di Gesù]] (padre Giovanni Damasceno della Concezione fu vescovo di [[arcidiocesi di Pechino|Pechino]] dal [[1778]] al [[1781]]).<ref>I. Barbagallo, DIP, vol. I (1974), coll. 412-413.</ref>
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Pur godendo di grande autonomia sin dal [[1620]], gli scalzi e gli agostiniani costituirono un unico corpo giuridico: il priore generale degli agostiniani godeva del diritto di visita sessennale sugli scalzi e il cardinale protettore era il medesimo; il superiore degli scalzi portava il titolo di vicario generale.<ref name="dip"/>
Le soppressioni degli ordini religiosi, iniziate nell'ultimo ventennio del [[XVIII secolo|Settecento]] e proseguite per tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]], portarono a una notevole riduzione del numero degli scalzi,<ref>I. Barbagallo, DIP, vol. I (1974), col. 415.</ref> ma le loro nuove costituzioni, approvate dalla congregazione dei Regolari il
== Attività e diffusione ==
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