Vincenzo Baccalà: differenze tra le versioni

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{{Quote|Difendi tu la mia memoria, io sono innocente.|Vincenzo Baccalà alla moglie Pia, [[Odessa]], 1937. da ''[[L'Unità (quotidiano)|L'Unità]]'': lettera di Pia Piccioni del [[26 febbraio]] [[1992]].}}
 
{{Bio
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|AttivitàAltre =  e [[comunista]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = . Emigrato in [[Unione Sovietica]], nel periodo delle [[Grandi purghe]] [[stalin]]iane venne arrestato,
condannato per attività [[Controrivoluzione|controrivoluzionaria]] e [[fucilazione|fucilato]]. Ottenne la [[Riabilitazione post mortem|riabilitazione]] nel [[1956]]
}}
 
== Biografia ==
Studente della [[Facoltà universitaria|facoltà]] di [[Ingegneria]] presso il [[Politecnico di Torino]], interrompe gli studi per partecipare alla [[prima guerra mondiale]]. Ferito, riceve una [[Valor militare|medaglia d'argento]]. Iscritto al [[Partito socialista italiano|Partito socialista]], nel [[1921]] aderisce al [[Partito comunista d'Italia]] nato in quell'anno con la [[scissione di Livorno]]. Nel [[1922]] sposa Pia Piccioni, una ragazza [[Marche|marchigiana]] che lo seguirà nei suoi spostamenti all'estero e scriverà, anni dopo, una sofferta testimonianza sulle tragiche vicissitudini del marito (vedi citazione in Bibliografia).
 
Arrestato dalla [[polizia]] [[Regime fascista|fascista]] nel [[1925]], viene rilasciato l'anno seguente e fugge in [[Francia]] con la famiglia. Nel [[1927]], in [[contumacia]], viene condannato a dodici anni di reclusione dal [[Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato]]. Nel [[1931]], seguendo le direttive del partito, emigra in [[Unione Sovietica]] stabilendosi prima a [[Novorossijsk]], poi a [[Odessa]] e infine a [[Mosca]].
 
Nel [[1933]], per aver espresso critiche alla politica [[stalin]]ista, viene espulso dal partito, costretto ad allontanarsi e ad abbandonare la famiglia. Nel [[1937]] è arrestato ed accusato di attività controrivoluzionaria. [[Pena di morte|Condannato a morte]] per [[trockismo]] da una commissione OSO <ref> L'OSO, ''Osoboe Soveščanie'' (letteralmente: Conferenza speciale), era una commissione amministrativa, extragiudiziale, formata da tre membri, competenti per territorio: il segretario del partito, il responsabile della [[NKVD]] ed il procuratore. Venne largamente utilizzata, per ''velocizzare'' le condanne durante le [[Grandi purghe|purghe staliniane]] degli [[Anni 1930|anni trenta]].</ref>, viene fucilato nello stesso anno. Nel [[1956]], dopo la denuncia dei crimini staliniani fatta da [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Chruščёv]] al [[XX Congresso del PCUS]], viene [[Riabilitazione post mortem|riabilitato]].
 
==Note==
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== Bibliografia ==
* Bigazzi, Francesco e Lehner, Giancarlo (a cura di). ''Dialoghi del terrore: i processi ai comunisti italiani in Unione Sovietica, 1930-1940''. Firenze, Ponte alle Grazie, 1991.
* Caccavale, Romolo. ''La speranza Stalin: tragedia dell'antifascismo italiano nell'Urss''. Roma, V. Levi, 1989.
* Caccavale, Romolo. ''Comunisti italiani in Unione Sovietica: proscritti da Mussolini soppressi da Stalin''. Milano, Mursia, 1995. ISBN 88-425-1792-5.
* Dundovich, Elena. ''Tra esilio e castigo: il Komintern, il PCI e la repressione degli antifascisti italiani in URSS, 1936-38''. Roma, Carocci, 1998. ISBN 88-430-1183-9.
* Dundovich, Elena e Gori, Francesca. ''Italiani nei lager di Stalin''. Bari, Laterza, 2006. ISBN 88-420-7926-X.
* Lehner, Giancarlo. ''La tragedia dei comunisti italiani: le vittime del Pci in Unione Sovietica''. Milano, Oscar Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55862-8.
* Zaccaria, Guelfo. ''A Mosca senza ritorno: duecento comunisti italiani fra le vittime dello stalinismo''. Milano, SugarCo, 1983.