Leszek Miller: differenze tra le versioni

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Il predecessore di Miller gli aveva lasciato una difficile situazione economica, tra cui un tasso di disoccupazione del 18%, un alto livello di debito pubblico e la stagnazione economica. Alla fine del mandato di Miller, la crescita economica superava il 6%, ma era ancora troppo bassa per ridurre il tasso di disoccupazione. Durante il mandato, fu implementato l'impopolare programma di tagli della spesa pubblica, insieme a una forte riforma del finanziamento al sistema sanitario. Continuarono le riforme sulla tassazione e sull'Istituto di Assicurazione Sociale, ma fallì il tentativo di ristabilire il mercato dei [[mass media]]. Furono significativamente abbassate le tasse, fino al 19% per le società e per le persone che gestivano attività economiche, e fu anche votata la legge sulla libertà dell'attività economica. Fu portata avanti una riforma strutturale radicale dei servizi segreti.
 
Nello stesso tempo, le modifiche istituzionali e legali continuarono, a causa dell'ingresso nell'[[Unione europea]]. Furono negoziate le condizioni di accesso, e questo fu uno dei obiettivi strategici del governo Miller. Il 13 dicembre [[2002]], ad un summit a [[Copenaghen]], in [[Danimarca]], il Primo Ministro Miller completò i negoziati con l'UE; il 16 aprile [[2003]], ad [[Atene]], Miller, insieme a [[Włodzimierz Cimoszewicz]], firmò il [[Trattato di Atene]], portando la [[Polonia]] all'interno dell'Unione europea. Il governo di Miller, in collaborazione con diversi politici e forze sociali, organizzò il [[referendum polacco del 2003|referendum di ingresso nell'UE]] con un risultato soddisfacente: il [[7 giugno|7]] e 8 giugno [[2003]], il 77,45% dei votanti al [[referendum]] votò favorevolmente rispetto all'ingresso della Polonia nell'UE. L'affluenza alle urne fu del 58,85%.
 
Il governo di Miller, insieme al Presidente Kwaśniewski, decise nel marzo [[2003]] di unirsi alla coalizione anti-terrorista e di inviare le truppe polacche in [[Iraq]], nel contesto della campagna internazionale, con l'obiettivo di rovesciare il governo di [[Saddam Hussein]]. Miller fu anche un co-firmatario della "lettera degli 8", siglata da otto Primi Ministri europei, che sostennero la posizione degli USA in Iraq.