Libro liturgico: differenze tra le versioni

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== Storia ==
I primi libri liturgici furono scritti dagli [[Amanuense|amanuensi]] negli [[scriptorium]] dei [[monasteri]] o delle [[cattedrali]]. La loro circolazione rimase manoscritta fino alle prime edizioni a stampa del XV et XVI secolo. Il Concilio di Trento promosse, in seguito, le [[editio typica|edizioni tipiche]] a coronamento del processo di codificazione della ''lex orandi'' che a partire delle antiche compilazioni gallo-germaniche degli ordinamenti liturgici detti ''ordines romani'', consentíconsentì di uniformare il rito latino ''secundum usus Romanae Curiae''. Le tappe salienti di questo processo mostrano un'evoluzione che dal centro apostolico si diffonde verso la periferia e cha da quest'ultima riconduce al centro.
===Dal centro alla periferia===
L'ordinamento liturgico romano primitivo, presente ''in nuce'' nella [[Didaché]], la [[Tradizione apostolica]] e le [[Costituzioni apostoliche]], opere che vanno dal I al IV secolo, fu ulteriormente elaborato nei ''sacramentari'' che, a partire dal V secolo, raccoglievano le parti riservate al celebrante, esemplificati dal ''Liber Sacramentorum Romanæ Æclesiæ ordinis anni circuli'' (''Sacramentarium Gelasianum Vetus'') del principio dell'VIII secolo. Nel X secolo la tradizione romana venne ricostituita in area gallo-franca in primo luogo tramite il ''Pontificale romano-germanico'' dei benedettini del monastero di San Alban a Magonza, databile tra il 950 e il 961, che riunisce le rubriche degli ''ordines'' e le preghiere dei sacramentari. In secondo luogo tramite il Missale plenarium.