Proclama di emancipazione: differenze tra le versioni
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Il '''Proclama di Emancipazione''' è un documento composto da due ''ordini esecutivi'' promulgati dal [[presidente degli Stati Uniti]] [[Abramo Lincoln]] durante la [[guerra civile americana]]. Il primo, emanato il
Lincoln proclamò questi due ordini esecutivi in qualità di ''Comandante in capo'' dell'esercito e della marina secondo l'articolo II, sezione 2ª della [[Costituzione degli Stati Uniti]].
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Il proclama non faceva cenno alcuno ai cosiddetti ''border states'', ovvero i quattro confinanti Stati del [[Kentucky]], [[Missouri]], [[Maryland]] e [[Delaware]] che non avevano aderito alla secessione ma che praticavano l'istituto dello [[schiavismo]]. Nel proclama era nominato invece lo stato della [[Virginia]], con l'eccezione di 48 [[contee degli Stati Uniti|contee]], le stesse che avrebbero poi dato vita alla [[Virginia Occidentale]].
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Al tempo della sua dichiarazione, il Proclama di Emancipazione venne duramente criticato dai contemporanei che accusavano Lincoln di voler liberare così gli schiavi in territori sui quali gli abolizionisti dell'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]] non avevano alcun potere giurisdizionale; tuttavia, sebbene molti schiavi sui quali doveva essere applicato il Proclama non venissero liberati immediatamente, {{senza fonte|esso ebbe effetto immediato in gran parte del territorio confederato, con la sola eccezione del [[Texas]], dando la libertà a circa 20.000 schiavi.}}
Inoltre il Proclama poteva essere considerato lo strumento legislativo grazie al quale furono successivamente liberati circa altri quattro milioni di persone, fino al luglio del [[1865]]. Verso la fine del conflitto vi furono numerose rimostranze da parte degli [[abolizionismo|abolizionisti]] che sottolinearono come gli schiavi fossero stati liberati applicando una misura di strategia bellica, non dichiarando quindi apertamente la pratica dello schiavismo come una pratica illegale. Questa osservazione non fu del tutto inesatta, poiché alla fine della guerra, nonostante molti degli ex-Stati unionisti fossero sotto l'autorità confederata, continuarono tuttavia a praticare l'istituto dello schiavismo fino a quando, il
==Origini storiche del Proclama==
Secondo la cosiddetta ''[[Fugitive Slave Law]]'' del [[1850]] gli schiavi fuggitivi dovevano essere riconsegnati ai legittimi proprietari. Durante il conflitto tuttavia, molti comandanti militari dell'Unione, primo fra tutti il generale [[Benjamin Butler]], considerarono gli schiavi fuggiaschi ''prede di guerra'' e in base a questo principio si rifiutarono di applicare la legge del [[1850]]. Poiché questa pratica in maniera indiretta riconosceva gli [[Stati Confederati d'America|stati confederati]] come una nazione sottoposta a leggi internazionali, egli si oppose ad essa al punto tale da destituire i comandanti militari che, sostenendo di avere giurisdizione sugli schiavi liberati, si opponevano alla loro restituzione.
La politica dei [[Partito Repubblicano (Stati Uniti)|Repubblicani]] sull'abolizionismo era decisamente molto graduale, tuttavia già il
Con questa ultima scelta esso si opponeva formalmente alla decisione della [[Corte Suprema degli Stati Uniti|Corte Suprema]] del [[1857]] e promulgata nel ''[[Caso Dred Scott contro Sandford]]'' secondo la quale il Congresso non aveva i poteri legittimi per proibire l'istituto dello schiavismo nel territorio degli Stati Uniti.
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Nel gennaio [[1862]] il leader [[Partito Repubblicano (Stati Uniti)|repubblicano]] alla [[Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti|Camera dei Rappresentanti]] [[Thaddeus Stevens]] si appellò per una guerra totale contro i confederati, che doveva comprendere anche la confisca e la conseguente liberazione degli schiavi, prevedendo in questo modo di privare la confederazione di preziosa forza lavoro, mettendone in ginocchio il sistema produttivo ed economico. La risposta venne in luglio dello stesso anno quando Lincoln in persona ratificò il ''Second Confiscation Act'' con il quale si sanciva la liberazione di tutti gli schiavi tenuti in possesso dai ribelli unionisti.
Una presa di posizione netta contro la schiavitù era una mossa politica molto pericolosa, nonostante le forti pressioni degli [[abolizionismo|abolizionisti]], che il
Lincoln aveva precedentemente discusso la questione politica con il suo gabinetto dove manifestò la volontà di attendere che si verificasse un considerevole vantaggio militare da parte dell'Unione prima di intraprendere qualsiasi iniziativa politica nettamente abolizionista. L'occasione si presentò con la [[battaglia di Antietam]] del
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