Duma di Stato (Impero russo): differenze tra le versioni

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==Storia==
Nel [[1905]] lo Zar [[Nicola II di Russia|Nicola II]] diventava sempre più impopolare a causa dei grandi insuccessi militari e delle pesanti perdite di vite umane che l'impero stava subendo per mano dei giapponesi in [[Corea]] e [[Manciuria]] nell'ambito della [[guerra russo-giapponese]]. La situazione degenerò sempre più quando lo Zar iniziò ad ordinare nuovi e continui reclutamenti di uomini da mandare al fronte per cercare di ribaltare l'esito di un conflitto che negli occhi dell'opinione pubblica era già perso; lo Zar dovette fronteggiare una serie massiccia di scioperi e rivolte di operai e studenti.
 
Con la cosiddetta [[Domenica di sangue]] ebbe inizio la [[rivoluzione russa del 1905]]. In agosto il primo ministro [[Sergej Jul'evič Vitte]] introdusse il concetto della Duma, tuttavia per tentare di farlo accettare allo Zar, Vitte aveva pianificato una Duma priva di reali poteri e con funzioni solo consultive. In ottobre la situazione degenerò a tal punto che Vitte riuscì a convincere lo Zar ad emanare il [[Rivoluzione_russa_del_1905#Il_manifesto_di_ottobre|manifesto di ottobre]], un documento con cui lo Zar concedeva alcuni importanti [[diritti civili]], tra cui l'elezione di un'assemblea avente funzione legislativa che prese appunto il nome di ''Duma di Stato'' e destinata a diventare la [[camera bassa]] del parlamento russo, mentre il [[Concilio di Stato dell'Impero Russo]] avrebbe assunto le funzioni della [[camera alta]].
 
Nicola II tuttavia restò un fermo sostenitore del proprio potere autocratico e durante la stesura della costituzione, emanata il [[23 aprile]] [[1906]], si assicurò ampi poteri e limitò quelli della Duma. La costituzione prevedeva che nessuna legge approvata dalla Duma potesse entrare in vigore senza l'approvazione del [[Concilio di Stato dell'Impero russo|Concilio di Stato]] (nominato per metà direttamente dallo Zar e composto quasi esclusivamente da nobili) e dello Zar che possedeva comunque il [[diritto di veto]] e poteva sciogliere la Duma e convocare nuove elezioni in qualsiasi momento; inoltre la Duma non aveva nessun potere nella scelta e nella nomina dei ministri che pertanto rimanevano responsabili solo ed esclusivamente di fronte allo Zar. Un potere importante concesso alla Duma era il fatto che qualsiasi legge dovesse essere approvata per la camera bassa prima dell'entrata in vigore definitiva, anche se lo Zar tramite l'articolo 87 si era riservato il diritto i emanare decreti d'emegenza di valore temporaneo senza bisogno dell'approvazione della Duma.
 
La Duma fu convocata quattro volte, ma di queste solo una (la terza) riuscì a svolgere in pieno i propri compiti.
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Stolypin e la Seconda Duma non riuscirono mai a cooperare per il bene del paese. La forte presenza dei partiti di sinistra in accordo con i Cadetti portava la Duma a chiedere sempre più insistentemente la riforma della proprietà terriera e la confisca di terra ai grandi latifondisti, cosa cui Stolypin si opponeva con tutte le sue forze coadiuvato dallo Zar.
 
Il [[1º giugno]] [[1907]] il primo ministro Stolypin accusò i socialisti di preparare rivolte armate e pretese di escludere 55 deputati social-democratici dal voto (togliendo a 16 di questi l'immunità parlamentare). La Duma ovviamente rifiutò questo ultimatum provocando la rappresaglia dello Zar che con un decreto decise di sciogliere nuovamente la Duma
 
Utilizzando il potere della decretazione d'urgenza lo Zar scelse di riformare il sistema di voto dando più peso al voto delle classi più abbienti (in particolare dei proprietari terrieri), garantendosi in questo modo una Duma più favorevole.