Plutei di Teodote: differenze tra le versioni

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==Caratteristiche==
Le lastre sono in [[marmo]]<ref name=capo>Lida Capo, ''Commento'' a Paolo Diacono, ''Storia dei Longobardi'', pp. 556-557.</ref>. Recano entrambientrambe motivi naturalistici e rappresentano, rispettivamente, l'[[Albero della vita (Eden)|albero della vita]] tra [[Grifone (mitologia)|draghi marini alati]] e [[pavone|pavoni]] che bevono da una fonte sormontata dalla [[croce cristiana|croce]]. Nella riduzione simbolica ed energica delle immagini del [[bassorilievo]] s'impone «un senso puramente bidimensionale e grafico del rilievo, staccato dal fondo in forza di un incisivo disegno»<ref>Pierluigi De Vecchi-Elda Cerchiari, ''I Longobardi in Italia'', p. 311.</ref>.
 
I plutei sono ricordati con il nome di [[Teodote]], nobildonna [[Bizantini|bizantina]]<ref name=capo /> amante di re [[Cuniperto]] ([[688]]-[[700]]), posta in seguito dallo stesso sovrano nel monastero detto di Santa Maria alla Pusterla o di Santa Maria Teodote<ref name=capo /><ref>Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber V|V, 37]].</ref> (oggi [[seminario diocesano di Pavia]]), presso il quale sorgeva l'oratorio di San Michele.