Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
SamoaBot (discussione | contributi)
m Bot: rimozione campi VIAF, LCCN migrati a Wikidata: d:Q1544242
mNessun oggetto della modifica
Riga 55:
Don Pedro restaurò e lastricò la ''[[Crypta Neapolitana]]'' per consentire i traffici tra [[Napoli|la capitale]] e [[Pozzuoli]], riattivò l'antico [[acquedotto]] [[roma]]no e incoraggiò il ripopolamento di Pozzuoli (spopolatasi dopo l'[[eruzione vulcanica|eruzione]] del [[Monte Nuovo]] nel [[1538]]): con un bando, datato [[1539]], esonerò dai [[tributo|tributi]] i puteolani che ritornavano ad abitare nella loro città. Inoltre fece restaurare a sue spese molti edifici di culto, tra cui la [[chiesa di Sant'Antonio]], nel 1540.
 
In viaggio verso [[Siena]], dove, nonostante le già precarie condizioni di salute, era stato inviato dall'Imperatore a sedare i rivoltosi repubblicani, si aggravò e venne trasportato a [[Firenze]], dove morì il 22 febbraio [[1553]]. Il [[Sepolcro di Don Pedro de Toledo|sepolcro]] che si era fatto costruire nella [[Pontificia Realereale Basilicabasilica di San Giacomo degli Spagnoli|chiesa di San Giacomo degli Spagnoli]] a Napoli restò così vuoto. Fu invece sepolto nel [[Duomo di Firenze]]<ref>[http://www.scoprinapoli.it/percorsotoledo.asp Informazioni su Via Toledo a Napoli]</ref>. La sua tomba si trovava nella Tribuna e venne spostata per far posto ai rilievi di [[Baccio Bandinelli]], a sua volta smantellati nell'Ottocento. Venne spostato in un'urna di legno vicino alla porta che si apre su [[via Ricasoli]]<ref>[http://books.google.it/books?id=IgIuAAAAcAAJ&pg=PA961&dq=don+pedro+toledo+sepolto+duomo&hl=it&ei=92g1Tsz7AtTF8QOb2M2gDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&sqi=2&ved=0CCoQ6AEwAA#v=onepage&q=don%20pedro%20toledo%20sepolto%20duomo&f=false Informazioni sulle chiese di Firenze].</ref>, pure rimossa negli interventi del XIX secolo.
 
È significativo il giudizio pronunciato da [[Benedetto Croce]] nella Storia del [[Regno di Napoli]] sulla politica culturale del viceré: «Il viceré Toledo, forte del consenso di Carlo V, tenne ad essere non già amato, ma temuto, sciolse le accademie per sospetti di novità religiose e politiche, cercò di reintrodurre l’Inquisizione, e, non pago di domare i baroni, fece sentire il suo pugno pesante sui patrizi, la città e il popolo».