Amorio: differenze tra le versioni

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La denominazione Amorio è la versione latinizzata dell'originale nome greco della città, Amorion (Ἀμόριον). Fonti arabo-islamiche fanno riferimento alla città con il nome di ʿAmmūriyya. Con ogni probabilità il nome deriverebbe dalla radice indoeuropea che origina la parola «madre», ricollegando il sito della città ad un antico culto della dea [[Cibele]], diffuso in [[Asia Minore]] nell'antichità.
 
Il fatto che la città abbia mantenuto una coniazione propria tra il 133 a.C. e il 27 a.C. evidenzia il suo prestigio municipale nell'area anche nel periodo pre-bizantino. In tarda età romana la città fu sede episcopale; dopo la riforma tetrarchica delle province romane, fu parte della provincia di [[Galatia II]], nella [[Ponto (diocesi)|diocesi del Ponto]] e fu fortificata dall'Imperatore [[Zenone di Bisanzio(imperatore)|Zenone]]. Con l'ascesa dei musulmani [[Arabi]], la città acquistò una posizione di preminenza nel sistema difensivo bizantino, sebbene venisse da questi conquistata nel 646 per un breve periodo.
[[File:Solidus-Michael II Theophilus-sb1640.jpg|thumb|left|250px|''[[Solido (moneta)|Solidus]]'' di Michele II e di suo figlio Teofilo.]]
Nell'VIII secolo fu promossa a capitale del [[tema]] anatolico. Fu il quartier generale dell'Imperatore [[Costantino V di Bisanzio|Costantino V]] contro l'usurpatore [[Artavasde di Bisanzio(imperatore)|Artavasde|Artavasde]]. Nell'820 un amoriano, [[Michele II di Bisanziol'Amoriano|Michele II]], divenne imperatore, fondando la dinastia che dalla città di origine porta il suo nome.
 
Sotto la [[dinastia amoriana]] la città raggiunse il suo apogeo. Il califfo al-Muʿtaṣim lanciò una campagna militare, diretta specificamente contro la città di origine della famiglia imperiale, per infliggere all'Impero un colpo simbolico: Amorio venne così conquistata e saccheggiata il 12 agosto [[838]] e le porte bronzee della città «furono svelte e trionfalmente incardinate a [[Samarra|Sāmarrāʾ]]»<ref>[[Claudio Lo Jacono]], ''Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo) - Il Vicino Oriente'', Torino, Einaudi, p. 219.</ref> per essere poi «portate a [[al-Raqqa|Raqqa]] dopo l’abbandono della città nel 964/353» «dall'[[Emiro]] [[Hamdanidi|hamdanide]] [[Sayf al-Dawla|Sayf ad-Dawla]] (945/333 -967/356) e inserite nella Bāb al-Qinnasrīn (Porta di Qinnasrīn) di [[Aleppo]]».<ref>Ibidem, nota 4.</ref> <br/>
Sebbene non si risollevasse più ai fasti di un tempo, la città conservò un certo prestigio come sede episcopale, fino alla definitiva conquista turca per mano dei [[Selgiuchidi]]. L'area amoriana non fu mai recuperata per l'Impero, nonostante la vittoria ottenuta dall'[[Imperatore bizantino]] [[Alessio I di Bisanzio|Alessio I Comneno]] sui Turchi, nei pressi della città, nel 1116.
 
==Note==