Italia rinascimentale: differenze tra le versioni

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La spedizione del re francese incontrò il favore di molti principi italiani, che intendevano approfittare della sua potenza per conseguire obiettivi propri: il duca di Milano [[Ludovico il Moro]] ottenne grazie all'appoggio di Carlo VIII la cacciata del nipote [[Gian Galeazzo Maria Sforza]], che insidiava il suo potere; a Firenze gli avversari dei [[Medici]] aprirono le porte della città ai francesi costringendo alla fuga [[Piero il Fatuo]] e restaurando la repubblica sotto la guida di [[Savonarola]]. Anche i [[cardinale|cardinali]] [[roma]]ni ostili ad [[Papa Alessandro VI|Alessandro VI Borgia]] puntavano alla sua deposizione, ma il papa spagnolo scongiurò colpi di mano garantendo al re il passaggio attraverso i territori pontifici e offrendo suo figlio [[Cesare Borgia|Cesare]] come guida in cambio del giuramento di fedeltà.
 
Il 22 febbraio [[1495]] Carlo VIII entrò a Napoli, sostenuto da buona parte dei baroni del regno che si erano schierati dalla sua parte contro [[Ferdinando II d'Aragona]]. Ma la conquista non poté essere consolidata, vista l'avversione che la sua impresa aveva suscitato anche da parte di coloro che inizialmente l'avevano favorita: Milano, Venezia e il papa costituirono una lega antifrancese, alla quale diedero il proprio appoggio anche l'[[Massimiliano I del Sacro Romano Imperod'Asburgo|imperatore Massimiliano]] e la Spagna dei ''Re Cattolici''. Carlo fu costretto a risalire la penisola e a incontrare le truppe della lega a [[Battaglia di Fornovo|Fornovo sul Taro]] nel [[luglio]] del 1495. Anche se non sconfitto, il sovrano dovette riparare in Francia.
 
Le ostilità ripresero nel [[1499]] con la discesa in Italia di [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], successore di Carlo. Il nuovo sovrano conquistò il Ducato di Milano in forza dei diritti ereditati dalla nonna [[Valentina Visconti]] e nel [[1501]] i francesi occuparono Napoli, ma furono sconfitti dai rivali spagnoli nella [[Battaglia del Garigliano (1503)|battaglia sul Garigliano]] del [[1503]].
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{{vedi anche|Rapporti tra Carlo V e Francesco I}}
[[File:Tizian 081.jpg|right|thumb|Carlo V in un ritratto di [[Tiziano]]]]
Con la formazione della [[Lega di Cambrai]] ([[1508]]), voluta da [[Papa Giulio II|papa Giulio II della Rovere]] in funzione antiveneziana, i francesi fecero ritorno in Italia, destando le preoccupazioni dei principi della penisola. Il pontefice costituì allora una [[Lega Santa (1511)|Lega Santa]] che nel [[1513]] costrinse gli ingombranti vicini alla ritirata. Le mire francesi sull'Italia furono ereditate nel [[1515]] da [[Francesco I di Valois]], che sarà protagonista insieme al rivale [[Carlo V del Sacro Romano Imperod'Asburgo|Carlo V]] di una lunga lotta per l'egemonia continentale che avrà in Italia il suo principale teatro. Col [[trattato di Noyon]] del [[1516]] le due grandi contendenti riconoscevano le rispettive conquiste: alla [[Francia]] veniva confermato il possesso del Ducato di Milano, alla [[Spagna]] quello del Regno di Napoli. Ma l'accordo non bastò a spegnere le rivalità, che esplosero nuovamente nel [[1519]] con l'elezione a [[Sacro Romano Imperatore|imperatore]] di Carlo V, già re di Spagna, Napoli e Sicilia. Nel [[1521]] le armate francesi scesero nuovamente in Italia con l'obiettivo di riconquistare il reame napoletano, ma furono sconfitte nelle battaglie della [[Battaglia della Bicocca|Bicocca]], di [[Romagnano Sesia|Romagnano]] e [[Battaglia di Pavia (1525)|di Pavia]], durante la quale lo stesso Francesco I fu fatto prigioniero e condotto a [[Madrid]] per poi essere rilasciato solo dopo la [[Trattato di Madrid (1526)|cessione di Milano agli Spagnoli]] ([[1525]]).
 
[[File:Jean Clouet 001.jpg|230px|left|thumb|Francesco I di Valois]]
L'allarme per la crescente potenza degli [[Asburgo]] portò alla costituzione della [[Lega di Cognac]], promossa da [[Papa Clemente VII|papa Clemente VII de' Medici]] e siglata dal sovrano francese insieme alle repubbliche di Venezia e Firenze. Un'alleanza fragile che non fu in grado di evitare il terribile [[Sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]] del maggio [[1527]], episodio che suscitò orrore e costernazione in tutto il mondo cattolico: i [[Lanzichenecchi]], soldati imperiali di origine prevalentemente [[Germania|tedesca]] e fede [[Luteranesimo|luterana]], misero sotto assedio la [[Roma|Città Eterna]], che fu espugnata e saccheggiata per giorni. Il papa, asserragliato in [[Castel Sant'Angelo]], fu costretto alla pace con l'imperatore. Il papa [[Clemente VII]], nell'intento di consolidare proprio potere indebolito dopo il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]], ottenne però dall'imperatore la restaurazione della propria famiglia, i [[Medici]], a Firenze, dove si era costituita una repubblica ([[1527]]-[[1530]]); riuscì poi a consolidare ulteriormente il proprio dominio impadronendosi di [[Perugia]] e di [[Ancona]]. Il 5 agosto [[1529]] venne stipulata la [[pace di Cambrai]], con la quale la [[Francia]] rinunciava alle mire sull'Italia mentre la [[Spagna]] vedeva riconosciuto il possesso di [[Napoli]] e [[Milano]].
 
L'equilibrio fu nuovamente infranto nel [[1542]], con l'inizio di una nuova fase di conflitti franco-spagnoli in territorio italiano. Gli scontri ebbero esiti alterni, sanciti da deboli trattati di pace (come la [[pace di Crépy]] del [[1544]]) e continuarono anche dopo la morte di Francesco I e l'ascesa al trono del suo successore [[Enrico II di Francia|Enrico II]] nel [[1547]]. Ma lo scenario internazionale mutò di colpo nel [[1556]], quando Carlo V abdicò dopo aver diviso i suoi possedimenti fra il figlio [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] e il fratello [[Ferdinando I del Sacro Romano Imperod'Asburgo|Ferdinando I]]. Furono proprio Enrico e Filippo a stipulare nel [[1559]] la [[pace di Cateau-Cambrésis]], che mise fine definitivamente allo scontro tra Francia e Spagna per l'egemonia europea. La Spagna consolidò la propria posizione di dominio in Italia, destinata a durare fino al [[1714]], anno della conclusione della [[guerra di Successione spagnola]] e dell'avvento dell'[[Asburgo d'Austria|Austria]] come potenza egemone sulla penisola. La pace chiuse un sessantennio di guerre continue e sancì quella ''fine della libertà italiana'' avviata dalla spedizione di Carlo VIII nel 1494.
 
Da questo momento si può considerare esaurita la parabola del Rinascimento: l'Italia è quasi interamente soggetta alla corona spagnola ed è interessata da quel processo di reazione della [[Chiesa cattolica]] al luteranesimo che va sotto il nome di [[Controriforma]]. Il periodo che seguì la fine delle guerre d'Italia - dalla seconda metà del XVI a tutto il [[XVII secolo]] - è stato a lungo etichettato come ''Età della decadenza'', una formula per molti versi semplicistica che è stata fatta oggetto di profonda revisione da molti storici del [[XX secolo]]<ref>AA. VV. ''Storia moderna'', Donzelli editore, Roma 1998 - Cap. XIV, saggio di Marcello Verga ''Gli antichi Stati italiani'' pp. 355-357</ref>.