Marco Antonio Da Mula: differenze tra le versioni

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Nacque a Venezia da un'antica famiglia di rango [[patriziato veneziano|patrizio]] (i [[da Mula]]): fin dalla giovinezza coltivò lo studio delle discipline umanistiche e completò la sua formazione presso l'[[Università di Padova]], dove si laureò in [[giurisprudenza]].
 
Fu un diplomatico al servizio della [[Repubblica di Venezia]], di cui fu anche rappresentante presso l'imperatore [[Carlo V del Sacro Romano Imperod'Asburgo|Carlo V]] e poi presso il re [[Filippo II di Spagna]]. In seguito fu inviato a [[Roma]] come ambasciatore presso la [[Santa Sede]]: la proposta del pontefice di eleggere il Da Mula vescovo di [[diocesi di Verona|Verona]] suscitò le proteste delle autorità della Repubblica, preoccupate per il troppo stretto legame che andava ad instaurarsi tra il papa e il suo ambasciatore; il Da Mula venne richiamato in patria, ma venne reinviato a Roma per l'insistenza del papa.
 
[[Papa Pio IV]] lo innalzò alla dignità cardinalizia nel [[concistoro]] del 26 febbraio [[1561]], insieme d un altro ex ambasciatore veneziano a Roma, [[Bernardo Navagero]]; ottenne inizialmente la [[diaconia]] di ''[[San Marcello (titolo cardinalizio)|San Marcello]]'', e in seguito fu promosso al rango dei ''cardinali presbiteri''. Dal [[1562]] fu vescovo di [[Diocesi di Rieti|Rieti]] e introdusse nella diocesi le riforme decise dal [[Concilio di Trento]], cui prese anche parte. Dal [[1565]] fu cardinale bibliotecario della [[Biblioteca Apostolica Vaticana]].