Una giornata di Ivan Denisovič: differenze tra le versioni

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Lo scrittore patì nel periodo [[stalin]]iano otto anni di lavoro forzato nei [[gulag]] [[siberia]]ni, rimanendo internato anche dopo il [[1956]], quando ebbe inizio il processo di destalinizzazione. Il timore che non gli venisse concesso il rientro in patria, gli impedì di recarsi a ritirare il [[Premio Nobel]] nell'anno [[1970]].
 
La sua affermazione internazionale è legata appunto al [[racconto]] ''Una giornata di Ivan Denisovič'' in cui descrive le terribili condizioni in cui si trovano i reclusi nei campi. Ivan Denisovič è un contadino, il motivo del suo arresto è quello di essere stato prigioniero dei tedeschi durante la guerra. Egli era riuscito a fuggire dalla prigionia e a fare rientro in patria, salvo venir poi rinchiuso in un lager, come era comune per i prigionieri di guerra a quel tempo: essendo entrati in contatto con l’occidente erano potenzialmente pericolosi perché conoscevano un mondo che non avrebbero dovuto conoscere, oltretutto potevano essere accusati di collaborazione con il nemico, o di non essersi battuti a sufficienza per l’URSS.
Ivan Denisovič è un contadino, il motivo del suo arresto è quello di essere stato prigioniero dei tedeschi durante la guerra. Egli era riuscito a fuggire dalla prigionia e a fare rientro in patria, salvo venir poi rinchiuso in un lager, come era comune per i prigionieri di guerra a quel tempo: essendo entrati in contatto con l’occidente erano potenzialmente pericolosi perché conoscevano un mondo che non avrebbero dovuto conoscere, oltretutto potevano essere accusati di collaborazione con il nemico, o di non essersi battuti a sufficienza per l’URSS.
 
Aleksandr Solženicyn - che dopo un periodo di esilio negli [[Stati Uniti d'America|USA]] fece ritorno in [[Russia]] solo dopo la caduta del comunismo - tornerà sul tema con altre opere e particolarmente incisivo risulterà quello che forse è il suo lavoro maggiormente conosciuto, ''[[Arcipelago Gulag]]'', pubblicato nel [[1974]].
 
Le pagine di ''Ivan Denisovič'' presentano una umanità costretta a vivere in condizioni subumane, in balia di un potere cieco ed assurdo. Per certi versi riecheggia la prosa di [[Primo Levi]], particolarmente nella descrizione della quotidianità all'interno di un lager.<br/> Oltre gli orrori fisici ampiamente prevedibili (freddo, fame, sfinimento, disumanità dei carcerieri) grava sul protagonista la pesante coartazione psicologica e relazionale che un sistema come quello di un [[campo di concentramento]] induce, nella ricerca dell'annullamento dell'individuo fino a farlo diventare cosa.
Oltre gli orrori fisici ampiamente prevedibili (freddo, fame, sfinimento, disumanità dei carcerieri) grava sul protagonista la pesante coartazione psicologica e relazionale che un sistema come quello di un [[campo di concentramento]] induce, nella ricerca dell'annullamento dell'individuo fino a farlo diventare cosa.
 
Nei campi e nelle prigioni Ivan Denisovič si era disabituato a pensare a che cosa avrebbe fatto fra un giorno o fra un anno e come avrebbe mantenuto la famiglia. Per lui pensavano i capi. Nel ''campo'' la squadra è fatta in modo che il capo non abbia bisogno di aizzare i detenuti, ma siano i detenuti ad aizzarsi l'un l'altro. La scelta può essere solo fra un supplemento di rancio per tutti o - ugualmente - la morte per tutti.
<br/>Nel ''campo'' la squadra è fatta in modo che il capo non abbia bisogno di aizzare i detenuti, ma siano i detenuti ad aizzarsi l'un l'altro. La scelta può essere solo fra un supplemento di rancio per tutti o - ugualmente - la morte per tutti.
 
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