Chitarra resofonica: differenze tra le versioni

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== Storia dello strumento ==
I Dopyera, in collaborazione con [[George D. Beauchamp]]<ref>[http://connect.in.com/george-beauchamp/biography-101931.html George D. Beauchamp (1899 – 1941)]</ref> inventarono un ingegnoso sistema molto simile a quello più tardi utilizzato nelle [[cassa acustica|casse acustiche]]: l'inserimento di ununo conopiù vibranteconi vibranti, in metallo leggero, all'interno del corpo della chitarra. QuestoQuesti eraerano attaccatoattaccati per il vertice al [[ponticello (musica)|ponticello]], secondo una funzione molto simile a quella dei "coni" delle casse acustiche elettriche. Le vibrazioni, grazie al contatto diretto tra le corde eed ili conoconi, venivano grandemente amplificate. Vi erano, però, numerosi effetti collaterali che conferivano allo strumento un carattere molto forte, assumendo un suono dai toni molto "metallici" (toni medio-alti molto intensi), caratterizzato da un grande "attacco" (potenza iniziale delle note) ed un ridottissimo ''[[ADSR#Sustain|sustain]]'' (durata delle note) oltre ad un [[riverbero]] naturale sorprendentemente lungo: tutte caratteristiche tipiche del [[banjo]]. La combinazione tra suono caratterizzato dalle frequenze medie, forte attacco e ''sustain'' ridotto fa sì che la chitarra resofonica dia il meglio di sé nei veloci arpeggi, tipici della musica rurale americana (per la quale vedi [[Musica degli Stati Uniti]]).
Grazie all'utilizzo dei coni risuonatori i fratelli Dopyera commercializzarono, oltre alle chitarre resofoniche, anche altri strumenti, come [[mandolino|mandolini]], [[ukulele]] e le cosiddette [[chitarra|chitarre]] ''tenor'' o ''plectrum'', sorta di incrocio tra il [[banjo]] e la chitarra resofonica.