Chiesa di San Francesco delle Monache: differenze tra le versioni

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==Storia==
La chiesa fu edificata su volere del monarca [[Roberto d'Angiò]] e sua moglie [[Sancha d'Aragona (1285-1345)|Sancha di Maiorca]]. La data di fondazione dell'edificio è [[1325]]. Lo scopo della creazione della struttura fu quello di ospitare le clarisse della vicina [[Basilica di Santa Chiara (Napoli)|Santa Chiara]] ancora in costruzione. Una tradizione vuole che il monastero sorse in seguito alla visita alle Clarisse locali di una monaca di [[Assisi]], che portò con se il ritratto a grandezza naturale di [[Sansan Francesco]]. Nel [[XVI secolo]] fu uno dei punti nevralgici della riforma religiosa a Napoli e per trent'anni vi dimorò [[Giulia Gonzaga]]. Nel [[1568]] [[Papa Pio V]] impose al monastero la clausura perché considerato luogo di ritrovo per eretici.
 
Nel [[1629]] iniziarono i primi lavori di ammodernamento, fu innalzato il muro di clausura e modificato l'interno gotico. Fu nuovamente restaurata e riconsacrata nel [[1646]] come testimonia la lapide all'ingresso. Una campagna di interventi più cospicui fu realizzata tra il [[1749]] e il [[1751]] con la realizzazione della pregevole facciata scenografica in [[piperno (roccia)|piperno]] e [[ferro battuto]]. Il primo rifacimento settecentesco fu guidato da [[Bartolomeo Vecchione]] coadiuvato dallo scultore e scalpellino [[Crescenzo Torchese]]; del Torchese è anche il portale interno in marmi policromi scampato ad uno dei tanti furti avvenuti nella chiesa. Nel [[1784]], su commissione della badessa Raginalda Pironti e sotto la direzione dell'ingegnere regio [[Gennaro Sammartino]], fratello del più celebre [[Giuseppe Sammartino]], fu realizzato un ulteriore restauro della chiesa e la costruzione della galleria del monastero con decorazioni di [[Gaetano Saliento]] e [[Pietro Malinconico]].
 
Nel [[1805]] le monache furono trasferite nella vicina Santa Chiara, nel [[1808]] il monastero fu soppresso e destinato dapprima a quartier militare, poi educandato femminile e infine [[Palazzopalazzo Mazziotti]]. Nel [[1822]] le monache furono definitivamente incorporate a Santa Chiara e nel [[1844]] fu trasferita in questa chiesa la parrocchia di Santa Maria della Rotonda. Un secolo dopo l'edificio pagò le conseguenze dei bombardamenti, in particolare quelli incendiari tedeschi, e dell'incuria. La chiesa è stata recuperata ed attualmente ospita il Centro di Culturacultura Domus Ars diretto da [[Carlo Faiello]] (2012).
 
==Descrizione==