Eurocomunismo: differenze tra le versioni

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== Premesse ==
Intorno alla metà degli anni Settanta era evidente come PCI, PCF e PCE fosseroavessero prossimile alcapacità per mettere in discussione la gestione del potere e della governabilità nei rispettivi paesi (Italia, Francia e Spagna). Questo implicava modifiche ideologiche talmente profonde da incontrare la diffidenza del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|PCUS]], al quale tutti i partiti comunisti filo-sovietici dovevano riservare una certa supremazia nell'elaborazione delle linee politiche. Non a caso dall'[[autunno]] [[1974]] si cercò di lavorare una conferenza dei partiti comunisti europei (poi svoltasi a [[Berlino]] il 29-30 giugno 1976) dove il PCUS sperava di riaffermare la propria supremazia anche in Occidente, mentre i comunisti occidentali intendevano affiancare alla supremazia riconosciuta al PCUS, il proprio diritto di elaborare delle proprie «vie nazionali» al socialismo.
 
Viste le premesse, lo scontro era inevitabile. L'occasione fu offerta dalla linea neostalinista del Partito Comunista Portoghese tanto benvoluta da Mosca, quanto osteggiata da PCI, PCF e PCE con comunicati congiunti. Il nodo principale era l'atteggiamento dei comunisti davanti al principio democratico che il leninismo condannava e che per i comunisti occidentali poteva diventare «l'aspetto originale dello sviluppo del socialismo nei paesi dell'Europa occidentale o latina»<ref>Intervista a Jean Elleistein, in Bernardo Valli, ''Gli eurocomunisti'', Bompiani, Milano 1976.</ref>.