Lucio Marcio Filippo (console 56 a.C.): differenze tra le versioni

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Successivamente ottenne il permesso da Cesare di astenersi dal conflitto e ciò gli permise di rimanere tranquillo in Italia per tutto il periodo della guerra con [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]]. Anche se Filippo aveva mostrato una certa freddezza verso la causa cesariana, Cesare continuò a manifestargli la propria stima e la propria amicizia. Filippo, allo stesso tempo, intratteneva buoni rapporti con [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], che lo nomina non di rado nelle sue opere ed anzi lo chiama amichevolmente ''Amyntae filius'', come allusione al nome di Filippo <ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''Epistulae ad Atticum'', IX, 12, 15, 16, 18, XIII, 52.</ref>.
 
Filippo aveva un carattere schivo e si mantenne sempre al di fuori delle lotte politiche; dopo l'assassinio di Cesare, cercò di dissuadere il giovane Ottaviano, suo figliastro, dall'accettarne l'eredità.
 
== Note==