Battaglia di Baecula: differenze tra le versioni

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Scipione invia il suo [[legatus|legato]] Lelio sul lato destro, a cercare una via più agevole per salire sull'altopiano mentre egli stesso attacca i Cartaginesi sul lato sinistro. Le truppe di Asdrubale che erano disposte per contrastare un attacco frontale si trovano costrette a cambiare formazione per respingere Scipione. Mentre si stanno spostando attacca anche Lelio sul fianco opposto. La generale confusione rende vulnerabile anche il centro dello schieramento cartaginese dove i romani, per la difficoltà della salita e la presenza degli elefanti avrebbero avuto poche possibilità di operare con successo.
{{quoteCitazione|E ormai non c'era neppure un varco alla fuga; ché a destra e a sinistra gli avamposti romani avevano occupati i passaggi, e la porta del campo, per la fuga del comandante e degli altri capi, era stata chiusa, e vi si aggiungeva il panico degli elefanti, di cui quando erano spaventati avevano timore gli stessi nemici. Furono così uccisi circa ottomila uomini.|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', XXVII, 18, Mondadori, Milano, trad.: G. Vitali|Et iam ne fugae quidem patebat locus; nam et stationes utrimque romanae dextra laevaque insederant vias, et porta castrorum, ducis principumque fuga, clausa erat, addita trepidatione elephantorum quos territos aeque atque hostes timebant. Caesa igitur ad octo milia hominum.|lingua=la}}
 
== Conseguenze ==
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Scipione, allora
{{quoteCitazione|...diede al fanciullo un anello d'oro, una tunica laticlavia con un sagulo ispanico, una fibbia d'oro e un cavallo tutto bardato e, dato ordine ad alcuni cavalieri di accompagnarlo fin dove volesse, lo rilasciò.|''Ibid.'', XXVII, 19.|... tum puero anulum aureum, tunicam lato clavo cum hispano sagulo et aurea fibula equumque ornatum donat, iussisque prosequi quoad vellet equitibus, dimisit.|lingua=la}}
 
Qualche anno dopo Massinissa, risulterà decisivo per la fine della seconda guerra romano-punica e, fra l'altro, combatterà a [[battaglia di Zama|Zama]] al fianco di Scipione.