Giovanni Maria Vitelleschi: differenze tra le versioni

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[[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] lo cita nelle ''[[Istorie fiorentine]]'':
{{quoteCitazione|Giovanni Vitelleschi [...] diventato in ultimo cardinale, fu [...] animoso e astuto; e per ciò seppe tanto operare, <br> che dal Papa fu grandemente amato, e da lui preposto alli eserciti della Chiesa; e di tutte le imprese che il Papa in Toscana, <br>in Romagna, nel Regno e a Roma fece, ne fu capitano: onde che prese tanta autorità nelle genti e nel Papa, che <br> questo temeva a comandargli, e le genti a lui solo, e non ad altri, ubbidivano.|Libro V, Capitolo XXVII}}
 
Le spie fiorentine controllavano segretamente la sua corrispondenza è intercettarono così alcune missive a [[Niccolò Piccinino]], il capo di una banda di ventura che compiva saccheggi e devastazioni in [[Toscana]]. Sebbene il messaggio fosse cifrato e pieno di allusioni, esso fu interpretato come pericoloso per il papa, così che Eugenio IV colse l'occasione per incarcerare l'uomo ormai troppo potente. La maniera con la quale fu catturato a [[Roma]] in [[Castel Sant'Angelo]] dal castellano [[Antonio Rido]] di [[Padova]] è pure raccontata dal Machiavelli:
 
{{quoteCitazione|Aveva il Patriarca [Il Vitelleschi] deliberato passare in Toscana; e volendo il dì seguente partire di Roma <br> significò al Castellano che la mattina fusse sopra il ponte del castello, perché, passando, <br> gli voleva di alcuna cosa ragionare. [... Il Castellano] aspettò il Patriarca sopra il ponte che, <br> propinquo alla rocca, per fortezza di quella si può, secondo la necessità, levare e porre. <br> E come il Patriarca fu sopra quello, avendolo prima con il ragionamento fermo, fece cenno a' suoi che <br>alzassero il ponte; tanto che il Patriarca in un tratto si trovò, di comandatore di eserciti, prigione di uno castellano.<br> Le genti che erano seco prima romoreggiorono; di poi, intesa la volontà del Papa, si quietorono. <br> Ma il Castellano confortando con umane parole il Patriarca, e dandogli speranza di bene, gli rispose <br>che gli uomini grandi non si pigliavano per lasciargli, e quelli che meritavano di essere presi, <br>non meritavano di essere lasciati. E così poco di poi morì in carcere|Istorie fiorentine, Libro V, Capitolo XXVII}}
 
La famiglia Vitelleschi comunque mantenne un notevole prestigio in Italia centrale. Il nipote di Giovanni, [[Bartolomeo Vitelleschi]], fu vescovo di Corneto e [[Montefiascone]] e a sua volta cardinale dal [[1444]].