Riforma del pensiero in Cina: differenze tra le versioni

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Secondo diversi [[filosofia|filosofi]] cinesi, fra i quali [[Mencio]] e [[Confucio]], l'uomo è buono per natura e diventa cattivo solo per egoismo o deviazione. La [[marxismo|teoria marxista-leninista]] spiega inoltre che gli uomini sono il prodotto dell'ambiente, per cui ogni azione è una reazione ad uno stimolo ambientale. Da queste basi, i cinesi pensarono che l'uomo potesse essere "rieducato" e che il modo più efficace per modificare il comportamento, fosse quello di modificare l'ambiente più prossimo.
 
{{quoteCitazione|Col progredire della rivoluzione, una classe dopo l'altra sarebbe "passata al nemico" estraniandosi così dal "popolo": lo stato era pronto a "rieducare" i membri individuali di qualunque classe alla "mentalità proletaria" e ad accettarli come "popolo".|Robert C. North, "Comunismo cinese" 1966}}
 
Un'importante differenza ideologica fra il ''comunismo cinese'' e il ''comunismo russo'' risiede nel concetto [[Maoismo|maoista]] di ''contraddizione in seno al popolo''. Secondo la dialettica marxista, le ''contraddizioni di classe'' da cui origina la ''Rivoluzione proletaria'' possono essere risolte solo con la rivoluzione, la violenza e la lotta armata. [[Mao Zedong]] definisce tali contraddizioni come ''contraddizioni antagoniste'' e afferma che dopo la rivoluzione, nella fase transitoria socialista (propedeutica all'avvento finale della ''società comunista''), permangono contraddizioni di minore entità dette ''contraddizioni non antagoniste'' o ''contraddizioni in seno al popolo''. Tali contraddizioni sarebbero in grado di restaurare il [[capitalismo]]. I comunisti [[Russia|russi]] non solo negano che nella società transitoria socialista esistano contraddizioni di classe ma, con [[Nikita Khruščёv|Kruscev]], si fanno latori della ''coesistenza pacifica'', facciata ideologica della [[destalinizzazione]] e del riavvicinamento all'Occidente. Secondo [[Mao Zedong]], le ''contraddizioni in seno al popolo'' possono essere risolte attraverso il dialogo e la ''lotta di classe'', che in Cina assume un significato particolare:
 
{{quoteCitazione|In Cina, la "lotta" è un processo formalmente definito nel quale il bersaglio, di solito un dissidente politico, è soggetto a pressioni su pressioni con intensità emotiva crescente, finché non ammette la sua colpa.|Gordon A. Bennett & Ronald N. Montaperto, "Red Guard - The political biography of Dai Hsiao-ai" 1972}}
 
==La "rieducazione"==
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Robert J. Lifton, professore di psichiatria alla Yale University, considera la riforma del pensiero "una speciale forma di psicoterapia di gruppo" e spiega che non è considerata un metodo violento dai cinesi.
 
{{quoteCitazione|Ciò che a noi sembra un complesso di manovre coercitive è per i comunisti un'esperienza che eleva moralmente, mette in armonia e risana. [...] Siamo così di fronte ad una manifestazione di totalitarismo, ad una politica arbitraria in uno Stato monolitico; ma, al tempo stesso, di fronte al prodotto di un potente movimento ideologico, di una mistica pseudoreligiosa che crea sia le esigenze che il fervore atto a realizzarle.|Robert J. Lifton, "Brainwashing in perspective, in New Republic" 13 maggio 1957}}
 
Aspetti significativi sono la rottura dei vincoli col passato (così importanti nella cultura tradizionale cinese), in particolare la denuncia del proprio padre, e l'eccitazione di ''sensi di colpa e di vergogna'' in rapporto alla comunità. I soggetti recalcitranti sono sottoposti a maggiori pressioni, aventi anche lo scopo di far ''perdere la faccia'', espressione molto comune in Cina, che indica il riconoscimento sociale, il prestigio e la stima dell'individuo laddove i rapporti interpersonali sono, diversamente che nella cultura occidentale, sempre basati sul compromesso e sul messaggio indiretto. Oltre che nel criticare i comportamenti e i pensieri dissidenti, il gruppo esercita forti pressioni nel ''rieducare'' il soggetto, in particolare nell'indottrinamento politico e filosofico volto ad imporre l'ideologia marxista come unico punto di riferimento.
 
{{quoteCitazione|Uno studente ha così descritto il processo: "A forza di usare gli stessi schemi verbali per tanto tempo, si è così abituati ad essi che se ne è incatenati. Pur non ammettendo di aver adottato questo tipo di ideologia, in effetti una persona se ne serve inconsapevolmente, quasi automaticamente. Era tale lo stato di confusione nella mia mente, che non avrei potuto dire o fissare in che cosa credevo.".|Robert J. Lifton, "Brainwashing in perspective, in New Republic" 13 maggio 1957}}
 
==La base di Yenan==
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La "riforma del pensiero" non si arrestava nemmeno di fronte alla morte:
 
{{quoteCitazione|Gli uomini del nostro gruppo cominciarono a morire uno dopo l'altro. Se ti alzavi al mattino e scoprivi che il detenuto accanto a te era morto, dovevi riferirlo al capogruppo nel modo seguente: "Capogruppo, il tale è morto". Qualunque cosa accadesse, non dovevi mai dire: "Capogruppo, è morta un'altra persona!". Chi non è stato nei campi negli anni sessanta non può capire questa sottile differenza linguistica. [...] "Hai detto che ''un'altra'' persona è morta! E questo cosa dovrebbe significare? Se una persona è morta, è morta, perché insisti aggiungendo ''un'altra''? Vuoi gettarci fango addosso, prenderti gioco della situazione altrui? Perché ti preoccupi di un'altra persona morta e non di un'altra persona che è stata completamente rieducata?"|Zhang Xianliang, "Zuppa d'erba" 1996}}
 
==Propaganda e indottrinamento dei giovani==