Illuminazione museale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Ripristino versione non vandalizzata
Riga 32:
Il Centro Culturale si compone di una serie di edifici autonomi (un auditorium, un teatro esterno, un centro di ricerca e sale espositive) organizzati attorno ad un unico percorso.
Presenta un forte legame fra interno ed esterno, attraverso una moltitudine di cortili interni e giardini delimitati da vetrate.
Gli unici spazi a non avere contatti diretti con l’esterno sono proprio le sale espositive, illuminate attraverso un sistema semplice, ma efficace, studiato in sezione e ripreso dalle chiese romanico-bizantine.
Gli unici spazi a non
Ogni sala è coperta da due falde, interrotte in prossimità del colmo per lasciare spazio ad una stretta [[volta (architettura)|volta]] leggermente rialzata. Una finestratura a nastro lascia entrare la luce e questa, riflettendosi prima sulla parete di fronte e poi sulla superficie curva della volta, viene diffusa verso il basso, sulle opere esposte. Anche i due lati maggiori delle sale sono vetrati, ma la luce diretta è schermata da un setto continuo.
 
Riga 51:
 
Il tema principale di questo museo è proprio la luce, filtrata da un numero elevatissimo di shed studiati appositamente per la resa migliore.
La sezione è data dalla PENEcombinazione di un cerchio e di un quadrato: la luce penetra dalle vetrate inclinate, si riflette sulla superficie curva e piove all’”interno”, con una naturalezza estrema. L’illuminazione artificiale, ridotta all’essenziale, ha un ruolo del tutto marginale.
 
===Clore Gallery e ampliamento della [[Tate Gallery]] di [[Londra]]===