Gherardino Malaspina: differenze tra le versioni

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Gherardino si rifugiò allora a [[Fucecchio]], confidando in mutamenti della sorte: Arrigo VII morì pochi mesi dopo ma Genova, Pisa, Lucca e i vari Malaspina della Lunigiana si avventarono sulle terre della Diocesi, spartendone i residui diritti e possessi vescovili.
 
Senza possibilità di rifiutare, l'esule cedette alle pressioni di [[Uguccione della Faggiola]] signore di Lucca e nel luglio 1314 nominò proprio visconte del comitato lunense il giovane condottiero [[Castruccio Castracani]], il quale prese a gestirli come cosa propria e ponendoli per base dei suoi futuri domini. Poiché Castracani non passava al Vescovo Gherardino neppure il minimo per continuare a stare a Fucecchio, sempre più disperato l'esule chiese aiuto e rifugio al convento fiorentino di San Iacopo d'Oltrarno, dove sarebbe rimasto fino alla morte, nel gennaio 1318. Mossosi a compassione, [[Papa Giovanni XXII]] chiese ai vescovi di Fiesole e di Firenze di aiutarlo in qualche modo, ma invano poiché il Comune di Pisa, da cui dipendeva Sarzana, non riconosceva più alcun diritto a Gherardino. Gli succedette il cugino [[Bernabò Malaspina (vescovo)|Bernabò Malaspina]].
 
==Bibliografia==