Papa Pio VII: differenze tra le versioni

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La sua attenzione si concentrò subito sullo stato di anarchia in cui versava la [[Chiesa cattolica in Francia|Chiesa francese]] la quale, oltre ad essere travagliata dal vasto scisma causato dalla [[costituzione civile del clero]], aveva a tal punto trascurato la disciplina che gran parte delle chiese era stata chiusa, alcune diocesi erano prive di vescovo, mentre altre ne avevano addirittura più di uno, mentre il [[giansenismo]] e la pratica del matrimonio degli ecclesiastici si stavano diffondendo e fra i fedeli serpeggiavano l'indifferenza se non, addirittura, l'ostilità. Incoraggiato dal desiderio del [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]] di ristabilire il prestigio della Chiesa cattolica in Francia, Pio VII negoziò il famoso [[Concordato del 1801]], sottoscritto a [[Parigi]] il 15 luglio e successivamente ratificato il 14 agosto dello stesso anno. L'importanza di questo accordo fu tuttavia notevolmente stemperata dai cosiddetti ''articoli organici'' aggiunti dal governo francese l'8 aprile [[1803]]. La [[Francia]] ritrovò la libertà di culto che la rivoluzione aveva soppresso.
 
[[Image:433px-Pope Pius VII.jpg|thumb|right|Particolare del quadro dell'incoronazione di [[Napoleone Bonaparte]] che mostra Pio VII con il [[cardinale]] [[Giovanni Battista Caprara Montecuccoli]]]].
 
Nel [[1804]] Napoleone iniziò a trattare con il Papa la propria formale e diretta investitura come imperatore. Dopo alcune esitazioni Pio VII si lasciò convincere a celebrare la cerimonia nella [[cattedrale di Notre-Dame]] e a prolungare la sua visita a Parigi per altri quattro mesi ma, contrariamente alle sue aspettative, ne ricevette in cambio solo pochissime concessioni, e di secondaria importanza. Ciò nonostante, le acclamazioni entusiastiche del popolo francese verso il Papa, ovunque egli passasse, erano tante e tali che non solo Napoleone se ne infastidì moltissimo (e divenne più scontroso con il Pontefice), ma Pio VII capì che la fede, in Francia, stava rinascendo davvero. Rientrato a Roma il 16 maggio [[1805]], fornì al collegio cardinalizio, convocato allo scopo, una versione ottimistica della sua visita. A proposito di questo episodio, riferendosi alla morte in cattività di Pio VI, [[Pasquino]] commentò: ''per mantener la fede un Pio perdé la Sede, per mantener la Sede un Pio perdé la fede''.