Omofonia (linguistica): differenze tra le versioni

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==Esempi==
Un esempio, in [[Lingua italiana|italiano]], è la parola ''miglio'': il miglio è sia una pianta sia un'unità di misura. A due significati – e etimi: ''mĭlĭum'' (cereale) vs. ''milia'' (plurale di ''mille'') – diversi corrisponde una stessa parola (''miglio'') che si pronuncia e si scrive allo stesso modo. In questo caso, le due parole sono «[[omonime]]»: sono cioè uguali ''sia'' per grafia («[[Omografia_(linguistica)|omografia]]») ''sia'' per pronuncia («omofonia»), pur avendo due significati diversi. Non ci sono, di solito, ambiguità, quando tali parole sono inserite in un contesto (per esempio, ''mangiare il miglio'' vs. ''correre l'ultimo miglio'').<br>
Altri esempi di omofonia sono: ''anno'' e ''hanno'', entrambe pronunciate /{{IPA|ˈanno}}/; ''l'ago'' e ''lago'', pronunciate /{{IPA|ˈlaɡo}}/; ''la normale'' e ''l'anormale'', pronunciate /{{IPA|lanorˈmale}}/. Un caso emblematico – in ''italiano neutro'' (o ''standard'') – è anche {{IPA|/alˈlɛtto/}} {{IPA|[alˈlɛtːto]}}, cui possono corrispondere ben sei grafie diverse: <a letto>, <al letto>, <all'etto>, <alletto>, <ha l'etto> (in pronuncia ''tradizionale'', con [[cogeminazione]] di ''ha'' /a/ davanti all'articolo determinativo ''l[o]''), <ha letto>.
 
Un altro esempio in [[Lingua italiana|italiano]], è presente nel sonetto ''[[:s:Erano i capei d'oro a l'aura sparsi|Erano i capei d'oro a l'aura sparsi]]'' composto nel 1342 da [[Francesco Petrarca]]: nel primo verso del sonetto, infatti, il termine [['''aura]]''' è un'omofonia che mette in relazione il nome Laura (figura [[dolce stil novo|stilnovistica]] di Petrarca) e la parola aura.
 
== Voci correlate ==