Giacomo Boni: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Dopo gli studi tecnici partecipò ai restauri che si eseguivano sul [[Palazzo Ducale di Venezia]] e studiò [[architettura]] all'[[Accademia di belle arti di Venezia|Accademia delle Belle Arti]].
 
Nel [[1888]] è nominato segretario della [[Istituto nazionale per la grafica|Regia Calcografia]], nel [[1890]] ispettore dei monumenti della [[Ministero della Pubblica Istruzione|Direzione generale delle Antichità e Belle Arti]]: nel [[1895]]-[[1896]] è direttore dell'Ufficio Regionale dei Monumenti di Roma e a partire dal [[1898]] dirige gli scavi del [[Foro Romano]], a cui a partire dal [[1907]] si aggiungono quelli del [[Colle Palatino|Palatino]].
 
Si interessa di tutela e valorizzazione dei monumenti, promuove la creazione nel [[1907]] del [[Gabinetto Fotografico Nazionale]] e auspica l'istituzione di un catalogo nazionale e lo stabilimento di norme aggiornate per i restauri, privilegiando le ragioni della conservazione rispetto a quelle della ricostruzione. Si occupa inoltre dell'utilizzo delle piante in relazione ai resti antichi, sia come protezione delle muratura dal disgregamento, sia come loro presentazione al pubblico.
 
Nell'ambito dello scavo segue un metodo scientifico, applicando tra i primi i principi dello [[scavo stratigrafico]]: fu il primo, nel 1885<ref name="TreccaniBio"/>, ad applicarlo alle ricerche di archeologia classica, prima ancora di [[Wilhelm Dörpfeld]]<ref name="TreccaniBio">Pietro Romanelli, s.v. "''[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL12/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_vol12_006661.xml Boni Giacomo]''", in ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'' ([[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]], Roma 1970, Vol XII, pp. 75-77</ref>; tra i primi si interessa dei materiali rinvenuti negli scavi e della loro collocazione fisica all'interno degli strati; per primo considera di uguale importanza anche il materiale medioevale, senza privilegiare l'età classica; tra i primi si avvale di disegni e di fotografie per la documentazione. Le indicazioni da lui dettate nell'articolo ''Il metodo negli scavi archeologici'' (''[[Nuova Antologia]]'', 1901) conservano ancora oggi il loro valore.