Specchio ustorio: differenze tra le versioni

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L'antico uso bellico degli specchi ustori potrebbe essere poco credibile per vari motivi. In primo luogo il fatto che ne parlino solo autori tardi rende l'episodio molto sospetto. Alcuni hanno poi ritenuto impossibile ottenere con specchi temperature sufficientemente elevate (il legno ha una [[temperatura di autoignizione]] superiore ai 300 °C). Altri hanno sottolineato la difficoltà di costruire uno specchio parabolico con un fuoco così distante come dovevano essere le navi dalle mura di Siracusa. Poiché Archimede riuscì realmente a bruciare navi romane perfezionando armi da getto in grado di lanciare sostanze incendiarie, si è sostenuto che alla base della leggenda vi sia un'errata traduzione di una voce greca, che si sarebbe riferita a "sostanze incendiarie" e sarebbe stata interpretata erroneamente come "specchi ustori". L'esistenza, tuttavia, di antichi trattati sugli specchi ustori e le testimonianze riportate sopra su [[Dositeo (matematico)|Dositeo]] e [[Archimede]] suggeriscono la possibilità che la leggenda sia nata sovrapponendo il ricordo delle navi romane incendiate alla reale progettazione di specchi ustori destinati ad usi più pacifici. Negli anni novanta del XX secolo è stato compiuto un esperimento per valutare la sua effettiva capacità, dirigendo verso una replica di una nave romana (con gli stessi materiali che venivano usati all'epoca) 24 pannelli metallici lucidati in materiale simile a quelli utilizzati dai sirausani come scudi. Dopo pochi secondi il legno cominciò ad emettere fumo, per poi bruciare.
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== Interpretazioni moderne e tentativi di ricostruzione ==